Il 17 dicembre 1973, un commando di cinque terroristi palestinesi compì la strage di Fiumicino, causando la morte di 32 persone e ferendone altre 15. Tra le vittime, sei erano italiane, tra cui la famiglia De Angelis e il finanziere Antonio Zara, che cercò di opporsi ai terroristi ma venne ucciso con un colpo alle spalle.
La strage di Fiumicino è un evento che non viene mai ricordato, causando disagio e sconforto nella famiglia di Antonio Zara. Angelo Zara, fratello del finanziere, afferma che la tragedia ha “stravolto” la vita della sua famiglia e che ci sono ancora molti interrogativi irrisolti. Nonostante il dolore, Angelo Zara esprime la sua ammirazione e gratitudine nei confronti della Guardia di Finanza, che è stata sempre vicina alla sua famiglia.
Tuttavia, Angelo Zara ha dei dubbi sul fatto che la medaglia d’oro al valore militare conferita a suo fratello non sia stata ricordata come le altre medaglie simili. Inoltre, non è mai stata fornita alla famiglia una verità giudiziaria sulla strage. La mancanza di ricordo e di risposte ha portato Angelo Zara a definire l’attentato di Fiumicino del 1973 come un tabù, sperando che un giorno si possa sapere di più.
In occasione del cinquantesimo anniversario della strage, verrà presentato il libro “Lo sparatore sono io – Prigioniero dello Stato per aver difeso lo Stato”, scritto da Antonio Campanile, Nuccio Ferraro e Francesco Di Bartolomei. Il libro racconta la strage anche attraverso il punto di vista di Antonio Campanile, un poliziotto che si oppose ai terroristi sparando alcuni colpi d’arma da fuoco da un terrazzo. Campanile sostiene che il 90% degli italiani non conosce l’attentato di Fiumicino del 1973 e che la sua storia è stata dimenticata.
Campanile ricorda vividamente i momenti dell’attentato e il suo tentativo di difendere le persone. Tuttavia, il suo gesto è caduto nell’oblio e lui è stato trattenuto in caserma per sei giorni. Nonostante ciò, Campanile non ha dimenticato ciò che è accaduto e si domanda come sia potuta accadere una strage del genere e perché la sua vicenda sia stata cancellata.
Secondo la studiosa Giordana Terracina, c’è stato un silenzio istituzionale sull’attentato di Fiumicino del 1973. Ora, dopo 50 anni, i vincoli legati alla segretezza della documentazione stanno decadendo e potrebbe essere possibile declassificare completamente i documenti. Terracina sostiene che la strage di Fiumicino è collegata al Lodo Moro e che potrebbe essere stata un fattore scatenante per il governo italiano nel stipulare un patto con le associazioni terroristiche palestinesi.
L’attentato di Fiumicino del 1973 rappresenta un cambiamento nel terrorismo arabo, passando da guerre di Stato a un terrorismo di matrice palestinese. Questo cambiamento ha portato al riconoscimento politico di Arafat e alla firma del Lodo Moro. Tuttavia, la strage di Fiumicino è stata dimenticata e il suo ricordo è stato cancellato.
In conclusione, la strage di Fiumicino del 1973 è un evento tragico che è stato dimenticato e che ha lasciato molte domande senza risposta. È importante ricordare e cercare la verità su questo evento, per onorare le vittime e per comprendere appieno la storia del terrorismo in Italia.
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