Ultimo aggiornamento il 12 Luglio 2024 by Giordana Bellante
La notizia del trasferimento di Giacomo Bozzoli dal carcere bresciano di Canton Mombello a quello milanese di Bollate ha destato grande interesse e curiosità. Questa decisione è stata presa in seguito alla sua latitanza e al successivo arresto nella sua villa a Soiano, in provincia di Brescia.
La sorveglianza a vista di Bozzoli
Durante le prime fasi del suo arresto, Bozzoli è stato monitorato attentamente per evitare comportamenti autolesionistici, dato lo stato di sconforto da lui manifestato all’ingresso nel carcere di Canton Mombello. Questo ha portato all’attuazione di una sorveglianza a vista con un agente che lo ha controllato per tutta la notte.
La cattura di Bozzoli e il ruolo delle telecamere
L’arresto di Bozzoli è stato il culmine di una caccia all’uomo durata diverse ore, durante le quali sono state monitorate le sue proprietà e quelle dei suoi familiari. È stata fondamentale l’indicazione di una telecamera nella sua casa a Soiano del Lago, che ha segnalato la sua presenza. Questo ha portato al ritrovamento del fuggitivo nascosto nel cassone di un letto matrimoniale.
Nuove rivelazioni e prossimi sviluppi
Bozzoli, proclamandosi innocente, ha fatto diverse dichiarazioni riguardanti il suo caso, inclusa l’indicazione di un presunto testimone austriaco che potrebbe scagionarlo dall’accusa principale. È atteso che la prossima settimana venga interrogato nel carcere di Bollate. Si cercherà di chiarire tutti gli aspetti ancora oscuri relativi alla sua fuga e alla sua presunta colpevolezza.
L’arresto e il trasferimento di Giacomo Bozzoli hanno scosso l’opinione pubblica, rinnovando l’interesse su questo complicato caso giudiziario. La sua presunta latitanza nella villa sul lago di Garda ha svelato dettagli sorprendenti, aprendo nuove prospettive sulle indagini in corso.