Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2024 by Giordana Bellante
Il dibattito sulla formazione dei medici specializzandi in Italia sta attraversando un momento cruciale. Antonello Giarratano, presidente della Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva , ha espresso preoccupazioni riguardo alla contrapposizione tra il sistema ospedaliero e quello universitario. L’argomento è diventato particolarmente attuale dopo l’annuncio del ministero dell’Università e della Ricerca di ripristinare l’esame di passaggio per i medici specializzandi, un provvedimento contestato da vari sindacati e associazioni di categoria.
la crisi della formazione medica
la contrapposizione ideologica
La lettera aperta di Giarratano al direttore di Quotidiano Sanità evidenzia l’errore madornale di contrapporre il ruolo degli ospedali e quello delle università. Secondo Siaarti, questa divisione rischia di compromettere non solo la funzione formativa delle università, ma anche la qualità dei servizi sanitari erogati negli ospedali. In un contesto in cui il sistema formativo attuale è critico, Giarratano sottolinea l’urgenza di una riforma che risponda alle esigenze di entrambe le istituzioni sanitarie.
La crisi della formazione medica si manifesta nell’incapacità di garantire un elevato standard di preparazione ai futuri medici, rendendo necessario un rinnovamento delle strategie educative. “Un percorso formativo di qualità deve garantire una giusta miscela di teoria e pratica,” afferma Giarratano, avvertendo che l’attuale situazione può portare a un disastro nella preparazione dei medici.
necessità di competenze pratiche
Un aspetto fulcro della lettera è l’importanza delle competenze pratiche nel percorso di specializzazione. Giarratano evidenzia come un contratto in ospedali periferici, con la promessa di una successiva certificazione delle competenze, non possa garantire un’adeguata esposizione a casi clinici complessi. La specializzazione in anestesia, rianimazione e terapia intensiva, ad esempio, richiede una formazione approfondita che non può essere realizzata in strutture con una bassa casistica di pazienti.
I futuri medici devono acquisire competenze specifiche, che comprendono la gestione di casi complessi in ambito neonatologico, neurochirurgico e cardiochirurgico. Ma queste competenze non possono essere sviluppate se gli specializzandi si trovano in ospedali dove tali procedure non vengono praticate. Giarratano chiede una revisione costruttiva di questa situazione, per garantire la preparazione necessaria affinché i nuovi medici possano rispondere alle sfide della sanità moderna.
le criticità del nuovo esame
problematiche nel sistema di certificazione
Giarratano approfondisce il tema dell’esame introdotto dal Mur, definendolo “poco comprensibile” e non in grado di riflettere le reali competenze acquisite dai medici in formazione. La proposta di certificazione delle procedure svolte risulta inadeguata nei contesti dove le attività richieste per tale certificazione non vengono svolte.
Il presidente di Siaarti mette in evidenza come questo sistema di certificazione possa portare a una serie di problematiche. Nei luoghi dove alcune regioni desiderano trasferire specializzandi per colmare le carenze di personale, i medici potrebbero non avere l’opportunità di acquisire le competenze richieste. Questo mette a rischio la preparazione finale e la garanzia di qualità necessaria per esercitare la professione in sicurezza.
una soluzione concreta per il futuro
Giarratano propone una riforma seria e concreta, che abbandoni un approccio legislativo basato su decreti e articoli confusi. Secondo lui, è fondamentale unire le forze — docenti, istituzioni sanitarie e legislatori — per costruire un percorso formativo che risponda alle reali esigenze del settore. “Abbiamo idee e contributi che possiamo portare ai tavoli del legislatore,” afferma, sottolineando l’importanza di collaborare per arrivare a un risultato comune: la qualità della formazione medica.
La proposta di Giarratano è chiara: un rinnovamento del sistema formativo affinché si possa garantire, al termine del percorso, una preparazione adeguata ai nuovi medici. Solo così è possibile evitare che la qualità della sanità italiana venga compromessa, con ripercussioni negative sulla sicurezza e sulla salute dei pazienti.
In un contesto così complesso, la sfida è quella di creare un sistema formativo coeso e di alta qualità, in grado di formare professionisti preparati per rispondere alle sfide del futuro della salute pubblica.