Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2024 by Redazione
La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha recentemente rimesso in discussione i requisiti di accesso al reddito di cittadinanza in Italia, sollevando interrogativi sul principio di non discriminazione nei confronti degli stranieri. Questa vicenda giuridica si inserisce in un contesto più ampio, in cui il Governo guidato da Giorgia Meloni ha avviato una riforma del sistema di sostegno al reddito, ponendo a dimora il reddito di inclusione al posto del precedente reddito di cittadinanza. I giudici europei hanno infatti stigmatizzato come discriminatorio il vincolo di residenza di dieci anni, di cui almeno due continuativi, per accedere a questa forma di aiuto economico.
La decisione della Corte di giustizia dell’Unione Europea
La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza che potrebbe cambiare radicalmente il panorama del reddito di cittadinanza in Italia. Secondo i giudici del Lussemburgo, il requisito di dieci anni di residenza – due dei quali continuativi – per ottenere il sostegno economico rappresenta una forma di “discriminazione indiretta” nei confronti dei cittadini stranieri. Questo aspetto è considerato illegittimo alla luce della direttiva 2003/109, in particolare secondo l’articolo 11, paragrafo 1, lettera d. La sentenza si basa sul caso sollevato dal Tribunale di Napoli, il quale aveva evidenziato come tali requisiti possano escludere ingiustamente una parte della popolazione da diritti fondamentali.
Le implicazioni della decisione della Corte sono significative. Essa potrebbe infatti riaprire le porte a numerose richieste di accesso al reddito o alla pensione di cittadinanza che erano state rigettate per via del precedente criterio della residenza decennale. Attualmente, si stima che circa 106.000 domande siano state respinte, secondo i dati dell’INPS. Con la revisione del requisito di residenza, si potrebbe assistere a un aumento delle domande di cittadinanza, da parte di chi fino a ora si era visto negare questo diritto.
La questione sospesa presso la Corte costituzionale italiana
Nonostante la decisione della Corte di giustizia Ue rappresenti un passo importante, l’iter giuridico non è ancora completo. Infatti, la Corte costituzionale italiana deve ancora esprimersi sull’argomento, considerando la legittimità della norma contestata. Questo dibattito è in corso, e la Corte costituzionale aveva già affrontato in precedenza questioni simili con la sentenza 19 del 2022, quando si era concentrata sul concetto di lungo soggiorno. In quell’occasione, la Corte aveva chiarito che il reddito di cittadinanza non è concepito solo come assistenza, ma risponde anche a obiettivi più ampi legati all’integrazione sociale e alla politica attiva del lavoro.
I giudici della Consulta dovranno quindi valutare se mantenere il requisito della residenza decennale o se, al contrario, modificarlo in modo da allinearlo con la nuova interpretazione fornita dai giudici Ue. Questo processo giuridico potrebbe anche portare a discussioni sui possibili risarcimenti per coloro che sono stati esclusi fino a oggi senza giusta causa. La situazione, pertanto, rimane delicata e in continua evoluzione, con ripercussioni importanti per centinaia di migliaia di cittadini.
Prospettive future per il reddito di cittadinanza
La controversia trovata nel reddito di cittadinanza rappresenta un campo di battaglia per i diritti sociali e l’inclusione di tutte le categorie della popolazione, compresi i cittadini stranieri che risiedono in Italia. La sentenza della Corte di giustizia Ue è, di fatto, un’opportunità per rivedere le politiche sociali e i criteri di accesso a misure di sostegno economico. Il dibattito giuridico potrebbe influenzare le future riforme del sistema di welfare italiano, attualmente orientato verso una maggiore inclusione sociale.
In definitiva, la questione del reddito di cittadinanza e di quanto emerso dalla Corte di giustizia europea rappresenta un importante snodo nella lotta per i diritti sociali e per l’equità nel ricevere supporto dallo Stato. La decisione della Corte costituzionale italiana sarà cruciale per determinare come si evolverà questa problematica nelle prossime settimane e mesi, sia per gli italiani sia per gli stranieri residenti nel paese.