Emanuela Fanelli: dalla gavetta ai premi di spessore nel mondo del cinema italiano

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Emanuela Fanelli: dalla gavetta ai premi di spessore nel mondo del cinema italiano - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2024 by Giordana Bellante

Emanuela Fanelli, recentemente premiata come miglior attrice non protagonista al David di Donatello per C’è ancora domani, e con il riconoscimento Nino Manfredi ai Nastri d’Argento, condivide la sua storia professionale e personale in un’intervista rilasciata a Vanity Fair. In un percorso segnato da sacrifici, audizioni mancanti e relazioni significative, Fanelli esprime una visione lucida della sua carriera e della sua vita sentimentale.

Il percorso artistico di Emanuela Fanelli

Dalla gavetta all’apprezzamento del pubblico

Emanuela Fanelli è il risultato di un percorso che nasce da esperienze variegate, compresi lavori nel call center, nel settore della ristorazione e come babysitter. L’attrice ha dovuto affrontare la difficile scelta di abbandonare la carriera di maestra d’asilo per inseguire il suo sogno di recitare. In questo viaggio, Fanelli ha subìto momenti di frustrazione e ha dovuto tollerare il peso del rifiuto, specialmente durante le audizioni. Riguardo a un’esperienza negativa, racconta di essere stata scartata per il ruolo in In Treatment, una decisione che ha visto l’assegnazione a Giulia Michelini. Questa sorta di giudizio da parte di cui tutti gli attori sono soggetti, ha messo a dura prova il suo equilibrio personale e la sua autostima, aumentando sia il suo narcisismo sia la sua vulnerabilità.

L’importanza dell’attesa e il valore dell’amicizia

Fanelli riconosce l’importanza di sapersi aspettare il momento giusto, evitando di farsi prendere dall’ansia per un successo incerto. La sua filosofia di vita la porta a considerare anche momenti di difficoltà come esperienze formative. Un’altra figura influente nella sua carriera è quella di Paola Cortellesi, con cui ha collaborato e da cui ha ricevuto supporto. Entrambe si sono avvicinate durante le riprese di Gli ultimi saranno ultimi, e da quel momento è nato un legame di amicizia e collaborazione che ha ulteriormente rafforzato il suo percorso professionale. Durante un incontro, Cortellesi le ha proposto il ruolo di Marisa nel suo film, un attimo che ha riempito Fanelli di emozione e responsabilità.

Il movimento #Metoo in Italia e le esperienze personali

La differente ricezione del #Metoo

Fanelli analizza la differente ricezione del movimento #Metoo in Italia rispetto ad altri paesi, come la Francia. A Cannes, si è notata una ripresa delle testimonianze, mentre in Italia, l’argomento è rimasto relegato a discussioni private. Secondo Fanelli, questo fenomeno è in parte dovuto alla mancanza di un contesto favorevole per dare spazio e dignità alle esperienze personali delle donne. La sua riflessione mette in evidenza come l’argomento sia stato spesso mistificato, ridotto a pettegolezzi piuttosto che assunto come una questione di giustizia sociale e diritti.

Esperienze di molestie e comportamento nel settore

Quando si affronta il tema delle molestie, Emanuela Fanelli ammette di aver avuto esperienze negative nella vita ma afferma di aver avuto fortuna nel mondo del lavoro. Racconta un episodio accaduto quando aveva diciotto anni, durante un viaggio in treno, dove ha subito un’avanza inappropriata. Un racconto che rappresenta come sia comune riscontrare episodi simili, evidenziando la necessità di affrontare e discutere questi eventi piuttosto che sottovalutarli.

Vita privata e relazioni

La difficile ricerca di una relazione

Nel corso dell’intervista, Fanelli esprime un certo scetticismo riguardo alle dinamiche dell’incontro amoroso nel mondo moderno, sottolineando la sua incapacità di utilizzare app di dating come Tinder. La pressione sociale e le aspettative riguardo ai rapporti sentimentali la portano a sentirsi in difficoltà, soffermandosi sulla natura artificiosa delle presentazioni e i luoghi comuni frequenti sulle compatibilità. Fanelli, pur avvertendo il peso dell’età e delle aspettative sociali, si mostra rilassata riguardo alla sua situazione sentimentale attuale.

Idee sulla maternità e aspettative sociali

Nonostante le domande frequenti sulla maternità che rappresentano una pressione nella vita di molte donne, Fanelli dichiara di non avere la necessità immediata di diventare madre. Vive questo aspetto della vita come un elemento privato, evidenziando l’importanza di smettere di giudicare le donne sulla base del loro status parentale o delle loro scelte di vita. La sua voce si unisce a quella di altre donne, come Sabrina Impacciatore, nella richiesta di rispetto per le scelte individuali e per il diritto di non essere considerate complete solo in virtù della maternità.

Emanuela Fanelli, con il suo stile diretto e sincero, continua a rappresentare la forza delle donne nel panorama artistico italiano, affrontando temi complessi con sensibilità e consapevolezza.

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