Maxi incendio a Ponte Mammolo: allerta diossine e divieti per la salute pubblica

Maxi incendio a Ponte Mammolo
Maxi incendio a Ponte Mammolo: allerta diossine e divieti per la salute pubblica - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2024 by Giordana Bellante

Un potente incendio ha colpito Ponte Mammolo il 28 luglio, generando un allarme ambientale per le elevate concentrazioni di diossine nell’aria. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha dovuto prendere misure di emergenza, firmando un’ordinanza che impone restrizioni in risposta ai risultati allarmanti dei campionamenti condotti dall’Arpa Lazio. La situazione ha sollevato preoccupazioni non solo per la salute pubblica, ma anche per la sicurezza degli alimenti e degli animali da allevamento.

Diossine a Ponte Mammolo: un’emergenza sanitaria

La presenza di diossine nell’aria è un tema di particolare rilevanza per la salute pubblica. Secondo le attuali normative, valori superiori a 0,3 pg/m³ vengono considerati pericolosi. A seguito dei rilevamenti effettuati, è stata registrata una concentrazione di diossine di 92 pg/m³ nei pressi di Ponte Mammolo, ben 306 volte al di sopra dei limiti di sicurezza stabiliti. Questi dati hanno costretto l’amministrazione comunale ad agire tempestivamente per proteggere la comunità.

Il sindaco Gualtieri ha avuto notizia dei risultati dei monitoraggi ambientali mentre si trovava impegnato nella gestione di un altro incendio, quello di Monte Mario. Conscio della gravità della situazione, ha adottato misure drastiche che includono un divieto di raccolta e vendita di prodotti alimentari di origine vegetale e animale nell’area interessata. Inoltre, anche il pascolo e il razzolamento di animali domestici sono stati sospesi, così come l’uso di foraggi e cereali provenienti dalla zona contaminata.

Raccomandazioni alla cittadinanza per la sicurezza alimentare

Per garantire al meglio la sicurezza dei cittadini, le autorità hanno emesso raccomandazioni specifiche per chi vive entro un raggio di due chilometri dall’incendio. Gli abitanti sono stati esortati a lavare e disinfettare accuratamente balconi e davanzali delle proprie abitazioni. Inoltre, è fondamentale pulire in modo approfondito frutta e verdura coltivata in prossimità della zona colpita, oltre a ogni alimento conservato all’aperto.

Le indicazioni si estendono anche agli impianti di climatizzazione; i cittadini devono pulire regolarmente i filtri di climatizzatori e raffrescatori per prevenire contaminazioni dovute alla dispersione di sostanze nocive. Queste misure preventive mirano a tutelare la salute della comunità e a ridurre i rischi associati alla contaminazione atmosferica.

Indagini delle autorità competenti sull’incendio

L’episodio del maxi incendio ha catturato l’attenzione delle autorità anche per le sue conseguenze dirette sulla popolazione. Facendo fronte all’emergenza, sono state evacuate circa 120 persone, tra cui alcuni ospiti di un hotel e residenti di baracche situate lungo il fiume Aniene. Le operazioni di spegnimento hanno richiesto giorni di intenso lavoro da parte dei vigili del fuoco, che hanno messo in campo tutte le risorse disponibili. Il rogo è stato definitivamente domato solo nella mattinata di mercoledì 31 luglio.

Nel frattempo, la procura ha avviato un’indagine per chiarire le circostanze che hanno causato l’incendio e per accertare eventuali responsabilità. L’attenzione dei media e della comunità è alta, poiché non solo si cerca di comprendere le cause all’origine del rogo, ma si pongono anche interrogativi su possibili misure preventive future per evitare simili tragedie.

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