Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2024 by Giordana Bellante
Il mercato del lavoro italiano ha mostrato segnali contrastanti a giugno 2024, con un incremento dell’occupazione per alcune categorie di lavoratori, ma al contempo un aumento della disoccupazione. L’Istat ha pubblicato i dati che rivelano queste tendenze, mentre il settore manifatturiero dell’Eurozona attraversa una fase critica, segnalando un calo dei nuovi ordini e della produzione.
Andamenti dell’occupazione in Italia a giugno 2024
A giugno 2024, l’occupazione in Italia ha mostrato un lieve aumento dello 0,1%, equivalente a circa 25.000 nuovi posti di lavoro. Questa crescita ha interessato, in particolare, gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi, i giovani tra i 25 e i 34 anni e anche gli ultracinquantenni. Tuttavia, il quadro si complica per le donne, che hanno subito una diminuzione dell’occupazione, così come i lavoratori con contratti a termine e le fasce d’età dei 15-24 anni e dei 35-49 anni.
Il tasso di occupazione totale è salito al 62,2%, con una leggera variazione positiva di 0,1 punti percentuali. Contemporaneamente, il numero di persone in cerca di lavoro è aumentato dell’1,3% , coinvolgendo in misura simile entrambe le componenti di genere e in particolare i lavoratori tra i 35 e i 49 anni. Al contrario, si è registrata una diminuzione della disoccupazione tra i giovani e gli ultracinquantenni, segnalando dinamiche complesse nel mercato del lavoro.
Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,0%, con un incremento di 0,1 punti percentuali, e il tasso di disoccupazione giovanile ha toccato il 20,5%, anch’esso in crescita di 0,1 punti. Questi dati evidenziano una condizione di vulnerabilità per alcune categorie di lavoratori, meritevole di attenzione da parte delle autorità e dei policy maker.
Crisi del settore manifatturiero nell’Eurozona
Parallelamente, il settore manifatturiero dell’Eurozona ha subito un ulteriore calo all’inizio del terzo trimestre del 2024. I nuovi ordini hanno mostrato un decremento significativo, portando a una contrazione della produzione e dei livelli di occupazione. Questo deterioramento ha spinto anche a segnali di calo nell’attività di acquisto e nelle giacenze delle scorte, con una caduta nell’ottimismo delle aziende rispetto alle prospettive future, che ha raggiunto i minimi degli ultimi quattro mesi.
L’analisi dell’indagine di luglio ha messo in luce un aumento delle pressioni sui costi, con i prezzi di acquisto che sono aumentati al ritmo più rapido degli ultimi diciotto mesi. Nonostante ciò, le aziende manifatturiere si sono dimostrate riluttanti a trasferire integralmente l’aumento dei costi sui clienti, mantenendo i loro prezzi di vendita relativamente invariati.
Il Purchasing Managers’ Index del settore manifatturiero dell’Eurozona, un indicatore chiave redatto da S&P Global per misurare la salute economica del settore, ha riportato un valore di 45,8 a luglio, lo stesso di giugno. Questo livello segna un forte peggioramento nella condizione del settore, evidenziando le difficoltà persistenti che le aziende stanno affrontando in un contesto economico turbolento.
L’evoluzione dei dati sull’occupazione e sulla produzione manifatturiera richiede una discussione approfondita riguardo alle strategie da adottare per affrontare le sfide economiche attuali.