La 6 ore di Roma 2024: una notte di emozioni nel Memorial Antonio Raso

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La 6 ore di Roma 2024: una notte di emozioni nel Memorial Antonio Raso - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2024 by Emiliano Belmonte

La nottata tra il 13 e il 14 luglio 2024 ha visto il parco di Villa De Sanctis diventare palcoscenico della quinta edizione della “6 ore di Roma”, dedicata al memorial di Antonio Raso, stimato ultramaratoneta scomparso lo scorso anno. L’evento ha richiamato numerosi partecipanti appassionati, segnando un momento di gara ma anche di commemorazione. Scopriamo nei dettagli le performance, le storie e le emozioni dei protagonisti di questa indimenticabile competizione.

Gli straordinari risultati della gara

Vincitori e prestazioni nelle categorie

La pole position femminile è stata occupata da Elsie Cargniel Bergamasco, che ha coperto la straordinaria distanza di 65,238 km, a seguire la spagnola Saioa Calle Moral con 59,244 km, mentre al terzo posto si è classificata Sonia Scialanca con 57,003 km.

L’attenzione si è poi spostata sugli uomini, dove il vincitore assoluto è stato Marc Gispert Giron dalla Spagna, capace di completare 78,063 km. Al secondo posto si è posizionato Tiberio Recchia con 74,391 km, con Andrea Orsi che ha chiuso il podio grazie a 69,218 km.

Un commovente ricordo di Antonio Raso

Non solo competizione, ma anche un momento significativo per ricordare Antonio Raso. Alle 5:00 del mattino, i familiari di Raso sono stati accolti con calorose ovazioni da parte dei partecipanti. Gli organizzatori hanno offerto loro una targa in memoria dell’ultramaratoneta, suscitando emozione tra i presenti. Anche la medaglia con il viso di Raso ha fatto risaltare il forte legame tra i corridori e il compianto atleta, sottolineando il senso di comunità che permea lo sport.

Testimonianze dai protagonisti

Elsie Cargniel Bergamasco: un legame con Roma, intervistati dal Dott. Matteo Simone Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta

Elsie, alla sua prima partecipazione, ha rivelato di aver colto l’opportunità di correre nella città Eterna non solo per la gara, ma anche per rianimare ricordi legati ai suoi studi universitari. Ha affermato: “Il fatto che l’evento fosse intitolato a un ultramaratoneta che ci ha lasciato prematuramente ha dato valore aggiunto, rappresentando un richiamo all’importanza di vivere ogni giorno con passione.” Per lei, dedicare la vittoria alla famiglia, in particolare al nonno recentemente scomparso, è stato un gesto di grande significato personale.

Sonia Scialanca: una sfida avventurosa

Sonia Scialanca ha condiviso l’emozione della sua partecipazione, avvenuta quasi per impulso. “È stata una bella follia! Inizialmente ero titubante, ma ho voluto provare a superare il mio limite correndo per più di 42 km”. La corsa ha superato le sue aspettative, in quanto ha descritto l’avvenimento come “un’esperienza emozionante e memorabile, che mi ha fatto sentire parte di una comunità di sportivi uniti dalla stessa passione.” Ha anche suggerito che il percorso, nonostante fosse ripetitivo, offriva conforto grazie alla presenza costante dei punti di ristoro e ai molti amici coinvolti.

Un confronto tra esperienze e prospettive

Mimmo Carlucci: la costanza nel superare ostacoli

Mimmo Carlucci ha portato la sua esperienza di ultramaratoneta, rivelando soddisfazione per la partecipazione alla 6 ore di Roma, parallelamente alle altre gare a cui ha partecipato. Ha evidenziato come il supporto della comunità e la preparazione mentale siano elementi cruciali nella sua carriera. Infine, ha vissuto la 6 ore come un’esperienza unica e altamente gratificante, capace di dare senso e valore ai sacrifici fatti fino a quel momento.

La magia di una competizione notturna

La partecipazione di atleti come Sonia e Mimmo ha reso evidente come eventi come la 6 ore di Roma non siano semplicemente delle gare, ma veri e propri momenti in cui si mescolano emozione, sfida, e amicizia. Le testimonianze raccolte rimarcano quanto sia importante il supporto reciproco, la comunità di corridori e la capacità di affrontare insieme le difficoltà che le gare di lunga distanza comportano.

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