Ultimo aggiornamento il 4 Agosto 2024 by Redazione
Un rapinatore di 66 anni, con un passato criminale alle spalle, ha tentato di rapinare un ufficio postale a Roma, utilizzando travestimenti improbabili e minacciando gli impiegati a mano armata. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha interrotto bruscamente la sua azione. La vicenda, avvenuta sabato 3 agosto, mette in luce non solo il comportamento del malvivente, ma anche l’efficacia della polizia nella lotta alla criminalità.
La rapina alle poste di via Sinalunga
L’episodio si è svolto in una mattina d’estate presso l’ufficio postale situato in via Sinalunga, nella zona di Fidene. All’apertura del servizio, il 66enne, noto alle forze dell’ordine, ha fatto irruzione nell’ufficio con un travestimento che non è riuscito a celare la sua identità. Indossava una barba e un naso finti, oltre a occhiali da sole, un espediente che avrebbe dovuto aiutarlo a passare inosservato. Con una pistola ben nascosta in una busta della spesa, ha minacciato la direttrice e gli impiegati: “Aprite l’ufficio, togliete l’allarme, non chiamate le guardie, se le chiamate ammazzo tutti, tanto non ho niente da perdere.” Queste frasi, cariche di intimidazione, hanno messo a dura prova la tranquillità di quanti si trovavano all’interno.
La dinamica dell’azione criminale
Nonostante il clima di terrore creato dal malvivente, il suo piano non ha avuto successo. Il tempestivo intervento di una pattuglia della polizia del III distretto Fidene Serpentara ha cambiato le carte in tavola. Gli agenti, allertati dalla situazione allarmante, hanno notato immediatamente l’uomo con gli occhiali da sole, armato e invadente. Alla vista delle forze dell’ordine, il rapinatore non ha potuto fare altro che scappare verso una porta secondaria, cercando di eludere il fermo.
La fuga del rapinatore e il suo arresto
Dopo un fugace tentativo di nascondersi dietro a un’auto parcheggiata, il 66enne è stato braccato e raggiunto dagli agenti. Nonostante il suo disperato tentativo di difendersi impugnando l’arma, i poliziotti sono riusciti a disarmarlo senza ulteriori incidenti. La pistola, risultata carica e con la matricola abrasa, rappresentava un serio pericolo, ma l’intervento risolutivo ha scongiurato il peggio. Inoltre, a pochi passi dall’ufficio postale, le forze dell’ordine hanno rinvenuto un’auto a noleggio con chiavi ancora nel cruscotto, un chiaro indizio della fuga pianificata post-rapina.
Rinvenimento di soldi e munizioni
Durante la perquisizione personale del rapinatore, i poliziotti hanno trovato nelle sue tasche una somma di oltre 3.600 euro. Questa somma potrebbe essere considerata frutto di una precedente rapina, e le indagini sono ora concentrate a verificare il suo coinvolgimento in altre attività illecite. Il malvivente è stato portato alla centrale di polizia di via Enriquez, dove è stato identificato e, successivamente, dismesso dei suoi travestimenti.
Attrezzature per travestirsi e la posizione attuale dell’arrestato
Una volta che gli agenti sono giunti nell’abitazione dell’arrestato, ubicata nella zona del Tufello, hanno compiuto ulteriori scoperte inquietanti. Sono stati trovati numerosi trucchi, barba e naso finti, accanto a istruzioni dettagliate su come mascherarsi. Questi espedienti dimostrano un ampio livello di premeditazione da parte del rapinatore, il quale si è preparato oltre misura per l’azione criminale. Il 66enne, già noto per le sue precedenti condanne — quattro rapine registrate in banche e uffici postali della Capitale — si trova ora nuovamente invischiato nel crimine, con le accuse di tentata rapina aggravata e possesso di arma clandestina. La sua posizione è in fase di valutazione da parte della magistratura, mentre le forze dell’ordine continuano a monitorare e indagare le sue eventuali connessioni in altre attività illecite.