Ultimo aggiornamento il 16 Agosto 2024 by Giordana Bellante
Il riso nero, noto per il suo elevato contenuto di polifenoli, è considerato un alimento fondamentale per una dieta equilibrata. Studi recenti, condotti su vari metodi di cottura, dimostrano che il riso nero, in particolare la varietà italiana Oryza sativa L. Artemide cv, mantiene le sue proprietà nutrizionali in diverse modalità di preparazione. L’analisi, pubblicata su Food Research International, esplora le tecniche tradizionali come il risotto e il pilaf, confrontandole con metodi moderni come la cottura sottovuoto.
L’importanza dei polifenoli
Benefici per la salute
I polifenoli sono composti bioattivi presenti negli alimenti vegetali, noti per le loro proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie. Il riso nero è ricco di antociani, una sottoclasse di polifenoli, che conferiscono al cereale il suo caratteristico colore scuro. Grazie a questo contenuto, il riso nero è associato a diversi benefici per la salute, come la riduzione del rischio di malattie croniche, l’infiammazione, e alcune forme di cancro. La sua inclusione nella dieta può contribuire a una migliore salute cardiovascolare e a una maggiore protezione dai radicali liberi.
Polifenoli e tecniche di cottura
La ricerca ha evidenziato che le tecniche di cottura possono influenzare in modo significativo il contenuto di polifenoli nel riso nero. In particolare, la cottura sottovuoto, che utilizza temperature più basse, si è dimostrata particolarmente efficace nel preservare gli antociani e altri composti bioattivi. Lo studio ha dimostrato che la cottura tradizionale, pur mantenendo un buon livello di nutrienti, non riesce a garantire la stessa conservazione dei polifenoli rispetto a metodi più innovativi.
Effetti delle diverse tecniche di cottura
Risultati del confronto
L’indagine ha messo a confronto vari metodi di cottura, tra cui il risotto e il pilaf, nonché la cottura sottovuoto a temperature diverse. Si è osservato che la preparazione tradizionale del risotto produce un aumento significativo del contenuto di fibre, con un incremento del 29% rispetto al riso non cotto. Analogamente, la tostatura del riso prima della cottura ha mostrato un effetto protettivo sugli antociani, creando una barriera che ne preserva la stabilità.
Cambiamenti nei composti bioattivi
Nel processo di cottura, si è registrato un aumento generale delle concentrazioni di acidi fenolici liberi, ma è emerso anche un calo significativo di attività antiossidante e di polifenoli. In particolare, si è registrata una diminuzione media del 40% dell’attività antiossidante, del 34% dei polifenoli totali, del 43% degli antociani e del 39% delle proantocianidine. Questo calo è stato osservato in tutti i metodi di cottura, ma è emerso che le modalità di cottura sottovuoto a 89°C e a 99°C esponevano il cianidina-3-O-glucoside a riduzioni rispettivamente del 45% e del 56%.
Conclusioni sul riso nero e le tecniche di cottura
Implicazioni per la cucina moderna
Le evidenze raccolte rafforzano l’importanza di adottare tecniche di cottura innovative per il riso nero, come il sottovuoto, in grado di ottimizzare la conservazione dei composti bioattivi. Entrambe le modalità di preparazione tradizionali e moderne hanno dimostrato di mantenere una buona parte dell’attività antiossidante, con il sottovuoto a 89°C che conserva il 63% dell’attività rispetto al riso crudo. L’adozione di queste pratiche culinarie non solo favorisce il consumo di alimenti più nutrienti, ma supporta anche una cucina più consapevole e attenta alla salute.