Il mare delle Egadi rivela un prezioso rostro in bronzo: scoperte archeologiche straordinarie

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Il mare delle Egadi rivela un prezioso rostro in bronzo: scoperte archeologiche straordinarie - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 23 Agosto 2024 by Giordana Bellante

La campagna di ricerche subacquee condotta nel mese di agosto ha portato alla luce un raro reperto archeologico nel mare che fu teatro della storica Battaglia delle Egadi. Questo evento epocale, avvenuto nel 241 a.C., rappresentò un momento cruciale della prima guerra punica. Il ritrovamento, che ha suscitato grande interesse tra gli studiosi e gli appassionati di storia antica, evidenzia l’importanza del fondo marino dell’area in termini di testimonianze storiche.

Il ritrovamento del rostro in bronzo

Dettagli del recupero e importanza storica

Durante le operazioni di ricerca, i subacquei della “Society for documentation of submerged sites” hanno recuperato, a circa 80 metri di profondità, un raro rostro in bronzo. Grazie alla nave oceanografica “Hercules”, equipaggiata con tecnologie all’avanguardia, sono stati possibili rilevamenti precisi e un recupero meticoloso del reperto. Questo tipo di osso unico è rappresentativo del periodo in cui avvenne la Battaglia delle Egadi, arricchendo ulteriormente la narrazione storica della prima guerra punica.

Il rostro, strutturalmente simile ad altri reperti già rinvenuti in campagne precedenti, si presenta con un elaborato rilievo decorativo che raffigura un elmo di tipo Montefortino, caratterizzato da tre piume. Queste caratteristiche lo collegano direttamente ai resti navali dell’epoca, suggerendo l’alta sofisticazione delle tecniche di guerra utilizzate dai combattenti.

L’analisi del reperto

Attualmente, il rostro è stato trasferito presso il laboratorio di primo intervento situato nell’ex Stabilimento Florio di Favignana, dove archeologi esperti della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana sono già al lavoro per analizzarlo. Sebbene siano evidenti le straordinarie caratteristiche artistiche del reperto, le concrezioni marine che lo ricoprono impediscono un esame completo. Gli esperti sono in attesa di scoprire eventuali iscrizioni o ulteriori dettagli che potrebbero fornire una maggiore comprensione del suo contesto storico e culturale.

Le ricerche nel mare delle Egadi

Un impegno di oltre vent’anni

Le ricerche nel tratto di mare compreso tra Levanzo e Favignana sono gestite da un team internazionale che opera da circa 20 anni, composto dalla Soprintendenza del Mare e dalla statunitense Rpm Nautical Foundation, in collaborazione con la Sdss. Questo gruppo ha dedicato risorse significative e competenze multidisciplinari per studiare e preservare i resti di uno dei conflitti marittimi più significativi della storia antica.

Le operazioni hanno attivato un intenso programma di recupero e valorizzazione dei reperti sottomarini, contribuendo a far luce su un capitolo cruciale della storia marittima e bellica del Mediterraneo. La continuità delle missioni di ricerca dimostra l’impegno volto a preservare il patrimonio storico subacqueo, nonché la volontà di promuovere il turismo culturale nella regione.

Significato per la comunità locale

Il recupero di reperti come il rostro non solo arricchisce il patrimonio culturale e storico della Sicilia, ma ha anche un impatto positivo sulle comunità locali, incentivando il turismo archeologico e la consapevolezza riguardo l’importanza della conservazione della storia. Gli eventi marittimi, come la Battaglia delle Egadi, sono ora più accessibili per comprendere il contesto storico attraverso esposizioni e attività educative promosse dalle istituzioni locali.

Nonostante il mare possa sembrare silenzioso, le sue profondità continuano a raccontare storie affascinanti che attirano non solo studiosi ma anche turisti e appassionati di storia, rendendo quest’area un sito privilegiato per ulteriori scoperte archeologiche.

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