Ultimo aggiornamento il 28 Agosto 2024 by Luisa Pizzardi
Un incontro speciale ha avuto luogo in Vaticano, dove Letsile Tebogo, promessa dell’atletica e campione olimpico, ha avuto l’onore di essere ricevuto da Papa Francesco. Due giorni prima di gareggiare nel prestigioso Golden Gala Pietro Mennea, Tebogo ha condiviso momenti di commozione e significato profondo con il pontefice. Insieme a lui, l’atleta ucraina Anna Ryzhykova ha portato la sua voce di speranza e resistenza per il suo popolo. Questa visita non solo segna un momento significativo per il mondo dello sport, ma crea anche un legame tra atleti e la comunità globale.
l’incontro con il Papa: una richiesta di preghiera
un momento di commozione per Letsile Tebogo
Letsile Tebogo, campione nei 200 metri e argento nella staffetta 4×400, ha chiesto a Papa Francesco una preghiera per sua madre, Elizabeth Seratiwa, scomparsa lo scorso 18 maggio all’età di 43 anni. In un gesto toccante e simbolico, l’atleta ha mostrato al Papa le sue scarpe, quelle stesse che lo hanno accompagnato alla vittoria olimpica a Parigi. Su di esse, Tebogo ha fatto incidere le iniziali di sua madre, insieme alla data di nascita, 23 dicembre 1980, trasformando il calzaturificio in un tributo Momoriale che testimonia un legame profondo e indissolubile.
Questo gesto, oltre ad essere personale, è anche rappresentativo della passione e del sacrificio che ogni sportivo affronta. L’incontro ha messo in luce quanto il sostegno familiare sia cruciale per il successo, soprattutto in un mondo competitivo come quello dell’atletica.
la richiesta di benedizione di Anna Ryzhykova
Anna Ryzhykova, bronzo olimpico nella staffetta 4×400 a Londra, ha utilizzato l’occasione per chiedere una benedizione per la sua maglietta, alla quale è associata una storia di sofferenza e speranza per il suo paese colpito dalla guerra. L’incontro con il Papa rappresenta per lei non solo uno spazio di conforto personale, ma anche un messaggio di unità e solidarietà per la nazione ucraina, attualmente in crisi.
Il gesto di Ryzhykova durante l’incontro ha illustrato la necessità di un sostegno morale e spirituale, non solo per gli atleti ma per tutti coloro che vivono in situazioni di conflitto. Le preghiere e le benedizioni ricevute da Papa Francesco sono riflesso di un desiderio comune di pace e di sostegno reciproco in un momento storico complesso.
la simbologia e il gesto amichevole del Papa
un incontro di sport e religione
Papa Francesco ha mostrato il suo apprezzamento per entrambi gli atleti firmando le scarpe di Letsile Tebogo e la maglietta di Anna Ryzhykova, un gesto carico di significato che unisce sport e spiritualità. Questo scambio non solo simboleggia un riconoscimento dell’impegno e del sacrificio degli atleti, ma rappresenta anche un ponte tra sportivi di diverse nazioni e culture.
In un mondo spesso diviso, l’atto di benedire e firmare dimostra come lo sport possa fungere da strumento di unità e spirito comunitario. La presenza di Tebogo e Ryzhykova presso la Santa Sede sottolinea che gli atleti sono voci influenti che possono trasmettere messaggi di speranza e resilienza anche nei momenti più difficili.
il dono del pettorale personalizzato
Durante l’incontro, è stato anche consegnato a Papa Francesco un pettorale personalizzato con la scritta “Francesco” in onore del Golden Gala. Questo gesto rappresenta un segno di affetto e stima da parte degli sportivi nei confronti del pontefice. Il pettorale, simbolo di competizione, diventa così un oggetto che trascende il mero sportivo, assumendo un significato simbolico e spirituale che si estende oltre la pista da corsa.
L’evento ha visto la partecipazione di Carlo Pellegrini, direttore di Vatican Athletics, e di altri membri influenti dell’associazione, come Giuseppe Zapparata e Marco Alpigiani, riflettendo l’importanza dell’atletica leggera nel contesto vaticano e la continua spinta verso l’inclusività. L’accoglienza da parte degli sportivi di Athletica Vaticana e il dono del testimone “We Run Together” sono ulteriori indicatori che lo sport può essere unificante e aperto a tutti, superando barriere culturali e nazionali.
Un momento indimenticabile che rimanere nella memoria collettiva, non solo per gli atleti, ma anche per tutti coloro che credono nel potere dello sport e della fede.