Ultimo aggiornamento il 30 Agosto 2024 by Giordana Bellante
L’omicidio di Sharon Verzeni ha scosso profondamente il comune di Bergamo, portando alla luce interrogativi inquietanti sulla criminalità e sulle forze che possono scatenare la violenza. La criminologa Flaminia Bolzan ha rilasciato dichiarazioni in merito all’evento che ha coinvolto il 31enne Moussa Sangare, fermato dalle autorità. Bolzan ha sottolineato l’importanza di comprenderne le motivazioni e ha avvertito sull’impatto che incidenti del genere possono avere sulla società.
Dinamica dell’omicidio: un gesto casuale e inquietante
L’evento fatale
L’omicidio di Sharon Verzeni, tragicamente avvenuto nelle scorse ore, ha rivelato una dinamica che fa paura per la sua apparente casualità. Secondo Bolzan, “alla base di questo omicidio c’è la casualità, chiunque poteva essere ucciso”. Questo fatto non solo sottolinea la vulnerabilità delle persone nella vita quotidiana, ma evidenzia anche l’assenza di un profilo preciso della vittima per l’autore del delitto. Dalla ricostruzione, quindi, emerge che l’uccisione non era premeditata nei confronti di Sharon, e che un altro bersaglio avrebbe potuto subire la stessa sorte.
Scelta della vittima e intenzioni dell’assassino
Bolzan continua a chiarire le intenzioni più profonde dell’assassino. Il fatto che Sangare sia uscito di casa con un coltello suggerisce che ci fosse già l’intenzione di agire in modo violento; ciò che manca è una trama che leghi l’aggressore alla vittima. La criminologa afferma che “la scelta vittimologica” sembra essere assente: “Poteva essere davvero chiunque”. Questo scenario solleva interrogativi non solo sull’individuo coinvolto, ma sull’ambiente circostante che potrebbe aver contribuito a tale esplosione di violenza.
La preoccupante escalation: minacce a minori
Il primo segnale di allerta
Le indagini condotte dalle autorità portano a un episodio preoccupante. Prima di colpire Sharon, Sangare avrebbe in effetti puntato un coltello verso due adolescenti, un gesto che potrebbe essere interpretato come un avvertimento o un segnale della sua instabilità. La criminologa Bolzan ha sottolineato che questo episodio potrebbe essere considerato un “preludio di un omicidio”, una manifestazione di potenziale violenza che è stata trascurata.
Riflessioni su prevenzione e controllo
L’episodio con i minori invita a riflessioni profonde sulla necessità di controlli e misure di prevenzione. Quel che preoccupa maggiormente è comprendere cosa avrebbe potuto indurre Sangare a fermarsi in quel momento e, cosa altrettanto rilevante, se vi siano state mancanze da parte delle autorità o della comunità nel rilevare segnali di potenziale violenza.
Il profilo psicologico dell’omicida
Discontrollo emozionale e implicazioni psicologiche
A chi sottolinea un possibile “raptus” da parte dell’omicida, Bolzan offre una spiegazione ben più complessa. Ella parla di “discontrollo emozionale”, un impulso che può avere origini psichiatriche, da analizzare con grande attenzione. Questi dettagli non sono insignificanti; comprendere le dinamiche che hanno portato a questo gesto violento è fondamentale, non solo per il caso in questione ma per il bene della comunità.
Il ruolo della psichiatria nell’indagine
Bolzan ha richiesto che venga effettuata una perizia psichiatrica approfondita di Sangare, per rivelare quali siano le sue condizioni mentali e approfondire i motivi che l’hanno spinto ad agire. La criminologa mette in guardia dall’eventualità di innescare un panico sociale una volta resi noti tali dettagli, ricordando che la violenza può colpire chiunque. In questo contesto, l’analisi psichiatrica potrebbe fornire non solo risposte, ma anche strumenti per contenere il rischio di comportamenti simili in futuro.