Ultimo aggiornamento il 3 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
Nel cuore pulsante di Roma, il colle Celio rappresenta un angolo di tranquillità e storia, un luogo in cui i passati secoli si intrecciano con la vita quotidiana. La basilica di San Giovanni e Paolo, con la sua storia millenaria e l’inestimabile valore architettonico, si trova qui, ma oggi il contesto che la circonda suscita preoccupazioni e indignazione tra i residenti e i visitatori. La bellezza di questo luogo sacro viene offuscata dalla presenza scomoda delle automobili, che ne compromettono l’atmosfera e ne alterano la dignità.
La basilica di San Giovanni e Paolo: un patrimonio storico
Un passato di persecuzione e rinascita
La basilica di San Giovanni e Paolo non è solo un luogo di culto, ma un testimone silenzioso delle persecuzioni subite dai cristiani ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apostata. Secondo una leggenda, i due martiri romani, Giovanni e Paolo, furono sepolti nella propria abitazione dopo essere stati giustiziati. La chiesa che oggi ammiriamo è il frutto di vari interventi nel corso dei secoli. Costruita inizialmente nel IV secolo, ha subito numerosi saccheggi e distruzioni, ma il ripristino avvenuto nel XII secolo ha portato alla luce il portico e il magnifico campanile che oggi fa bella mostra di sé nella piazza.
L’architettura della basilica è un esempio straordinario dello stile romanico, con elementi risalenti al tempio di Claudio. L’adorno portale cosmatesco, commissionato dal cardinale Cencio Savelli nel 1216, rappresenta una meraviglia artistica che ha resistito al passare del tempo. La basilica non è semplicemente un edificio, ma una narrazione di oltre duemila anni di storia, in cui ogni pietra parla di fede, speranza e rinascita.
Un oasis di spiritualità nel caos urbano
Tuttavia, la bellezza di questo luogo è oggi ostacolata dalla realtà moderna. La piazza che circonda la basilica, un tempo luogo di raccoglimento, è diventata un parcheggio a cielo aperto. Auto e furgoni invadono lo spazio sacro, creando un contrasto stridente tra la sacralità del luogo e la quotidianità del traffico urbano. Questo sovraffollamento stradale non solo offusca la visione della basilica, ma ne minaccia anche la sacralità.
Il contrasto tra passato e presente: la situazione odierna
Parcheggi e regole non rispettate
Un triste simbolo di questa disagiatezza è rappresentato dai cartelli di divieto di sosta disseminati attorno alla piazza. Questi avvisi, che dovrebbero garantire il rispetto delle normative stradali, sembrano essere ignorati da molti. Una “volante” della polizia, presente in piazza, testimonia la difficoltà delle forze dell’ordine nel far osservare le regole. Oltre alla realtà della sosta non conforme, l’impressione generale è quella di un’inefficienza nella gestione dello spazio pubblico, con molti residenti che si sentono privati del diritto a un ambiente decoroso.
Le strade circostanti, come la via di S. Paolo della Croce, sono anch’esse affollate di automobili. Qui, il passato si mescola con il presente: l’arco dei consoli romani, risalente al decimo secolo, è costretto a convivere con il traffico moderno, mentre le storie di ulteriori glorie della Roma antica perdono il loro significato di fronte a una congestione incessante.
La frustrazione e le riflessioni di un cittadino
Le esperienze personali dei cittadini, come quella di ricevere una multa per sosta non autorizzata in un’area riservata ai residenti, mettono in luce le contraddizioni della vita urbana. Situazioni del genere portano a riflessioni sulla qualità della vita a Roma e su come sia diventato sempre più difficile trovare un equilibrio tra il rispetto delle norme e la fruibilità degli spazi. La basilica di San Giovanni e Paolo, pur rimanendo un fulcro di spiritualità, è ora costretta a confrontarsi con i problemi della modernità che appaiono incombenti sull’eredità storica della città.
Con il crescente caos urbano, la domanda resta: come si può preservare la storia e l’importanza culturale di luoghi come il Celio in un mondo che sembra sempre più volto verso il progresso a scapito della tradizione? La risposta potrebbe giacere nella consapevolezza collettiva di quanto sia importante proteggere non solo il patrimonio architettonico, ma anche l’atmosfera unica di questi luoghi.