Il 21 settembre torna la Festa del Pastore: laboratori, degustazioni e cultura rurale

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Ultimo aggiornamento il 18 Settembre 2024 by Emiliano Belmonte

Il prossimo 21 settembre si svolgerà la Festa del Pastore presso l’area Zappa che ti passa, di fronte al Nuovo Santuario del Divino Amore in via Ardeatina km 11,500. L’evento, promosso dall’Associazione Humanitas con il sostegno di Arsial e della Regione Lazio, è un’opportunità unica per conoscere da vicino i segreti di uno dei mestieri più antichi dell’umanità: la pastorizia. Un’iniziativa pensata per avvicinare il pubblico, in particolare i giovani, al mondo dei pastori e al loro ruolo fondamentale sia nella produzione alimentare che nella conservazione del territorio.

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La pastorizia come custode del territorio

Il lavoro dei pastori ha da sempre un ruolo cruciale non solo per la produzione di latte, formaggio e carne, ma anche per la gestione dei pascoli. La loro presenza contribuisce a prevenire l’abbandono del territorio, limitando rischi quali frane e incendi. La Festa del Pastore nasce per celebrare questa tradizione e farne comprendere l’importanza nell’equilibrio tra uomo, natura e ambiente.

Laboratori e degustazioni: l’arte della lavorazione del latte

A partire dalle ore 16:00, i partecipanti potranno assistere a dimostrazioni dal vivo sulle tecniche di trasformazione del latte ovino in formaggio. Durante questa giornata speciale, esperti e produttori illustreranno i passaggi chiave della lavorazione, mostrando la coagulazione del latte secondo gli antichi metodi tramandati nei secoli. Non mancherà l’assaggio della cagliata ancora calda, un’esperienza unica pensata soprattutto per i più giovani, che potranno gustare il famoso “sorcetto”, una manciata di formaggio appena fatto con tutti i sentori del latte fresco.

Il ciclo della produzione: dal siero alla ricotta

Uno dei momenti clou della giornata sarà la valorizzazione del siero, un prodotto di scarto che, attraverso un processo di ricottura, si trasforma in ricotta. I visitatori potranno gustarla ancora calda, scoprendo i dettagli di una produzione agricola basata su pratiche sostenibili e sulla lotta agli sprechi. Saranno offerte informazioni su come riconoscere un prodotto tipico e sulla scelta consapevole dei prodotti della pastorizia, come quelli certificati DOP, PAT e IGP.

Scoprire i sapori della tradizione: abbacchio romano e pecora al cotturo

L’evento offrirà anche la preparazione dell’Abbacchio Romano IGP e della pecora al cotturo, una ricetta tipica dei pastori transumanti. Gli esperti di filiera illustreranno ogni passaggio, condividendo i segreti e le tradizioni legate a queste prelibatezze. Il pubblico sarà coinvolto in un’analisi sensoriale che permetterà di conoscere i profumi e i sapori della cucina pastorale.

La biodiversità nel piatto: l’incontro tra formaggi e frutta antica

Oltre alla degustazione di prodotti caseari, verranno presentate delle varietà di frutta antica, in particolare le pere che i pastori incontravano durante la transumanza nei pascoli montani. Tra queste spicca la Pera Rossa di Maenza, un frutto che i pastori usavano per il proprio sostentamento e per nutrire il bestiame. Un modo per valorizzare gli abbinamenti tra formaggi e altri prodotti della biodiversità locale, nel pieno rispetto della stagionalità.

Dibattito e confronto sul futuro della pastorizia

Dalle ore 18:00, l’evento si arricchirà di un momento di dibattito tra istituzioni e operatori del settore, che si confronteranno sui principali temi di interesse della pastorizia e sulle sfide attuali. Un’occasione per riflettere su come tutelare questa attività e promuoverne il ruolo nella società contemporanea.

Una serata tra sapori, musica e tradizione

La giornata si concluderà in un’atmosfera conviviale, con una degustazione di prodotti tipici accompagnata da musica tradizionale e intrattenimento. La presenza di allevatori e addestratori di cani pastore sottolineerà il forte legame tra pastori e animali, un elemento centrale di questa antica professione.

Preservare un mestiere antico: un patrimonio da tramandare

“La Festa del Pastore è un riconoscimento al lavoro dei nostri antenati,” afferma Filippo Lombardi, Presidente dell’Associazione Humanitas. “È un patrimonio che va conservato e trasmesso, affinché i giovani possano avvicinarsi a questo mestiere con passione e modernità, senza disperdere la sua storia e i suoi valori.”

Un mestiere a rischio da proteggere

“Non è solo la sopravvivenza di alcune razze ovine tipiche del Lazio a essere in gioco,” spiega Marco Greggio, agronomo e ideatore della manifestazione. “La figura del pastore rischia di scomparire, ed è fondamentale abbattere i pregiudizi su questo mestiere. Il lavoro dei pastori è una parte insostituibile della nostra cultura e delle eccellenze che arrivano sulle nostre tavole. La cura dell’ambiente deve molto a loro, ed è importante che i giovani conoscano e comprendano il valore di questa professione.”


La Festa del Pastore vuole così essere un ponte tra passato e presente, un’occasione per riscoprire un mestiere che fa parte della nostra identità e per promuovere scelte consapevoli a sostegno del territorio e dei suoi prodotti.

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