Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
L’omicidio di Nicholas Green, un bambino statunitense di sette anni, ha segnato la storia della donazione di organi in Italia e negli Stati Uniti. Il tragico evento, avvenuto nel 1994, ha portato a importanti cambiamenti nel sistema della trapiantologia. L’ospedale Bambino Gesù ha deciso di commemorare questo anniversario con un convegno intitolato “Il dono della vita”, sottolineando un percorso di crescita significativo nella donazione di organi.
La tragedia di Nicholas Green
Il 29 settembre 1994, il piccolo Nicholas Green si trovava in auto con i genitori, Reginald e Margaret, viaggiando lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Mentre si trovavano in un’area rurale, la famiglia venne coinvolta in un’azione di fuoco legata alla criminalità organizzata. Un’auto popolata da membri della ‘Ndrangheta, scambiando la loro vettura per quella di un gioielliere, aprì il fuoco, ferendo gravemente Nicholas. Il bambino fu colpito alla testa e, dopo due giorni di agonia, perse la vita. La tragedia ha scosso non solo l’Italia, ma anche gli Stati Uniti, dove la notizia si diffuse rapidamente. Nella dolorosa situazione di perdere un figlio, i genitori decisero di donare gli organi di Nicholas, un gesto che avrebbe salvato la vita di altri bambini. Questa decisione ha avuto un impatto significativo nel promuovere il dialogo sulla donazione di organi e ha contribuito ad aumentare la sensibilità verso il tema.
La crescita della donazione di organi in Italia
Da quel tragico giorno, il sistema della donazione di organi in Italia ha registrato notevoli progressi. Tiziano Onesti, presidente dell’azienda ospedaliera Bambino Gesù, ha sottolineato come la legge 91 del 1999 abbia gettato le fondamenta per l’attività di trapianto nel paese, rendendo strutturato e organico il sistema della donazione. Negli ultimi trenta anni, il tasso di donazione è quadruplicato, passando da 7,9 donatori per milione di abitanti nel 1994 a 28,2 nel 2023, un segnale estremamente positivo che chiama in causa l’importanza di una cultura della donazione. All’interno di questo contesto, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha visto un aumento rilevante degli interventi chirurgici, dai sei trapianti del 1994 agli ottantadue nel 2023, dimostrando un miglioramento continuo nell’ambito della salute infantile e della trapiantologia.
Il bilancio trentennale dei trapianti al “Bambino Gesù”
La storia dei trapianti presso il Bambino Gesù è iniziata nel febbraio 1986 con il primo intervento di trapianto di cuore su un bambino di 15 mesi. Negli anni successivi, l’ospedale ha continuato a innovare, introducendo per primo in Italia vari tipi di trapianto, tra cui il trapianto combinato cuore-rene, il polmone e, più recentemente, il fegato. Dal 1994 al 2023, l’ospedale ha effettuato un totale di 1.231 interventi di trapianto, con il 2023 che ha visto il 42% di tutti i trapianti pediatrici di organi solidi in Italia. La crescita di questa attività non è da sottovalutare; è un chiaro segnale del necessario supporto e della sensibilizzazione verso l’importanza della donazione organi all’interno della società.
La generosità delle famiglie e il progresso tecnologico
Massimiliano Raponi, direttore sanitario del Bambino Gesù, ha evidenziato come i notevoli risultati della trapiantologia pediatriche siano frutto del congiunto lavoro di varie componenti. Grazie alla generosità delle famiglie che, come i Green, scelgono di donare gli organi in momenti di grande dolore, il numero di trapianti è notevolmente aumentato. Inoltre, il team dell’ospedale è composto da specialisti altamente qualificati che lavorano incessantemente per migliorare le procedure di trapianto e assistenza post-operatoria. Infine, l’avanzamento tecnologico ha giocato un ruolo cruciale nel migliorare la conservazione degli organi, aumentando così la loro efficacia e disponibile a più pazienti.
Il ricordo di Margaret Green
Tra i vari ricordi legati a Nicholas Green, emerge quello di sua madre, Margaret. Rievocando il momento in cui la maestra domandò quale fosse il sogno professionale del piccolo, la risposta di Nicholas fu: “Ogni lavoro del mondo.” Questo aneddoto riflette la curiosità innata del bambino e, a distanza di anni, Margaret sottolinea come, grazie alla donazione dei suoi organi, Nicholas abbia realmente contribuito alla vita di molte persone in diverse professioni, da medici a artisti. L’eredità di Nicholas vive nel lavoro quotidiano di chi ha ricevuto un organo donato grazie alla sensibilizzazione avviata dalla sua tragica morte, una testimonianza del potere trasformativo della donazione.