Ultimo aggiornamento il 30 Settembre 2024 by Redazione
Le recenti indagini riguardanti la curva degli ultrà milanisti hanno portato alla luce dettagli inquietanti, compresi presunti legami tra il famoso rapper Fedez e alcuni esponenti della tifoseria rossonera. In particolare, l’inchiesta ha rivelato un episodio di violenza che coinvolge Cristiano Iovino, un personal trainer aggredito nel mese di aprile. Le intercettazioni telefoniche tra Fedez e Luca Lucci, leader degli ultrà, sono emerse durante il maxi blitz delle forze dell’ordine e sollevano interrogativi sul modus operandi di un gruppo di tifosi che sembra aver trascenduto il tifo, entrando in un territorio ben più violento.
La richiesta di collaborazione tra Fedez e Lucci
Nel corso delle indagini, il gip Domenico Santoro ha esaminato le intercettazioni telefoniche effettuate tra Fedez e Lucci. Tra i punti salienti, spicca una conversazione in cui il rapper chiede al capo ultrà un intervento per garantire la distribuzione di una bevanda sponsorizzata all’interno dello Stadio Giuseppe Meazza. Fedez, nel parlare con Lucci, accenna alla possibilità di appaltare la distribuzione del prodotto agli ultrà, promettendo una percentuale sulla vendita.
Fedez: “Se voi avete una società con cui possiamo lavorare, posso appaltare a voi la distribuzione di dentro lo stadio!”
Lucci, rispondendo, si dimostra disponibile ad allargare il raggio d’azione anche all’Inter, dimensionando così il potenziale accordo tra le due curve. Questo scambio di informazioni evidenzia come fosse in atto un tentativo di sfruttare il potere e l’influenza degli ultrà in modo da favorire interessi commerciali.
La serie di aggressioni e le accuse di associazione a delinquere
Oltre alla richiesta commerciale, l’inchiesta ha rivestito un grave allarme sociale legato alla violenza degli ultrà. Uno degli incidenti di cui si discute è l’aggressione a Cristiano Iovino, avvenuta lo scorso aprile. Iovino è diventato il bersaglio di una spedizione punitiva orchestrata da un gruppo di ultrà rossoneri e ha suscitato l’attenzione delle forze dell’ordine.
Secondo quanto riportato nel provvedimento del gip, otto membri degli ultrà, inclusi Lucci e Christian Rosiello , sono accusati di associazione per delinquere. Durante l’aggressione, Iovino è stato avvicinato dai membri del gruppo che gli avrebbero urlato frasi intimidatorie. Le intercettazioni rivelano che il rapper stesso era presente alla scena dell’aggressione ed è stato attivamente coinvolto nella lite.
Riferimento all’episodio: “Chiedi scusa… devi chiedere scusa, noi torniamo e ti ficchiamo una pallottola in testa”.
Questo tipo di violenza, confermata dalle testimonianze e dalle intercettazioni, dimostra il passaggio degli ultrà da una semplice tifoseria a un corpo organizzato dedito ad attività illecite.
La figura di Rosiello e il servizio di bodyguard
Una parte significativa delle indagini ha messo in risalto il ruolo di Christian Rosiello, bodyguard di Fedez e ultrà notoriamente legato a Luca Lucci. Attraverso l’analisi delle intercettazioni, si deduce che Rosiello non solo ha avuto un ruolo attivo nella presunta aggressione a Iovino, ma anche che operava per garantire la sicurezza del rapper e della sua famiglia.
Nell’ordinanza del gip, viene citato un legame diretto tra Fedez e il gruppo ultrà che, secondo il magistrato, non si limita solo alla violenza ma si estende a un servizio di protezione a favore di personaggi noti nel panorama musicale e dello spettacolo. Questo afferma che l’influenza della curva sud e del suo leader va oltre la semplice organizzazione di eventi o partite, trasformandosi in una rete di protezione che include figure rilevanti nel mondo dello spettacolo.
Il presunto coinvolgimento di Fedez in questa rete di contatti con gli ultrà ha sollevato interrogativi sulla sua coscienza e sulla consapevolezza di quanto stava capitando attorno a lui. Le indagini, quindi, non si limitano a un episodio sporadico, ma disegnano un quadro ben più complesso e preoccupante che indica la necessità di approfondimenti nel comportamento e nelle relazioni sociali di tali gruppi.
Le autorità continuano il loro lavoro per delineare contorni e responsabilità in una vicenda che interessa non solo il mondo dello sport ma l’intera società, scoprendo come le dinamiche della violenza possano penetrare anche in contesti considerati all’apparenza lontani da tali problematiche.