Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2025 by Giordana Bellante
Il 14 febbraio 2025, a Roma, si è svolto un importante Consiglio della Lega, convocato dal vice premier Matteo Salvini, incentrato sulla proposta di una maxi rottamazione fiscale che potrebbe coinvolgere fino a 10 milioni di italiani. Questo incontro ha segnato un passo significativo verso la definizione di un intervento politico necessario per affrontare la questione delle cartelle esattoriali, ma ha anche messo in luce le sfide legate alla disponibilità di risorse finanziarie.
Le coperture per la pace fiscale
In seguito al Consiglio della Lega, è iniziata la ricerca di coperture finanziarie per la pace fiscale, con l’intento di varare un decreto specifico nella prossima primavera, a condizione che le risorse lo consentano. La proposta di una maxi rottamazione è stata accolta positivamente dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e dal vice ministro Maurizio Leo, che ha sottolineato l’importanza di garantire la sostenibilità dei conti pubblici. Anche Forza Italia ha espresso il proprio sostegno, proponendo un taglio dell’aliquota Irpef per i redditi fino a 60.000 euro, ma le fonti della Lega hanno chiarito che le due misure non sono alternative, bensì complementari.
Il dibattito si concentra ora sulla questione delle risorse economiche necessarie per attuare queste riforme. La pace fiscale, nella sua versione semplificata, potrebbe comportare un costo di circa 2 miliardi di euro, mentre l’estensione a 10 milioni di contribuenti con cartelle pendenti potrebbe far lievitare il costo a 5 miliardi. D’altra parte, il taglio dell’aliquota Irpef proposto da Forza Italia potrebbe richiedere tra i 2,5 e i 4 miliardi, a seconda del limite di reddito stabilito. In totale, le due operazioni potrebbero gravare sulle finanze pubbliche per un importo compreso tra 4,5 e 9 miliardi di euro, ma attualmente le risorse disponibili sono limitate.
Il lavoro dei tecnici del mef
Il compito di valutare la fattibilità economica delle proposte è ora nelle mani dei tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). La Ragioneria generale dello Stato ha già avviato una prima analisi dei costi in relazione agli emendamenti per l’estensione della rottamazione fiscale, che è stata discussa in commissione Affari costituzionali al Senato. La nuova pace fiscale si propone di rivolgersi a quegli insolventi che, pur trovandosi in difficoltà economiche, non sono riusciti a saldare i debiti con il fisco a causa di una dichiarazione dei redditi corretta.
Per garantire le necessarie coperture finanziarie, sarà cruciale attendere i risultati dei lavori della commissione tecnica istituita dal Mef, che ha il compito di esaminare i crediti non riscossi, attualmente stimati in 1.275 miliardi di euro. Questa analisi aiuterà a identificare quali cartelle possano essere abbandonate, quali debbano essere gestite e quali possano essere oggetto di una eventuale rottamazione.
Prospettive per la primavera
Con l’avvicinarsi della primavera, si attende di avere una visione più chiara riguardo al trend delle stime di crescita economica, che potrebbero influenzare il margine di manovra del governo. Si prevede che l’aumento della base imponibile, dovuto alla crescita dell’occupazione stabile, possa contribuire a un incremento delle entrate fiscali. Inoltre, la revisione catastale degli immobili, in seguito all’implementazione del superbonus, e la lotta all’evasione fiscale, che beneficerà dell’incrocio delle banche dati, rappresentano ulteriori fonti di gettito strutturale.
Nel frattempo, si stanno valutando diverse ipotesi normative per attuare la pace fiscale. Attualmente, sono in discussione due progetti di legge presentati dalla Lega, che prevedono un piano di pagamento in 120 rate. Fonti della maggioranza hanno indicato che si sta considerando anche un “veicolo normativo” più generico, con la possibilità di redigere un decreto specifico da approvare in primavera, sempre che le risorse lo permettano.