Norquist avverte: i dazi potrebbero danneggiare l’economia americana

Grover Norquist analizza la strategia economica di Donald Trump, evidenziando le sfide del movimento repubblicano e l’importanza di ridurre tasse e intervento governativo per stimolare la crescita.
"Norquist avverte sui potenziali danni dei dazi all'economia americana" "Norquist avverte sui potenziali danni dei dazi all'economia americana"
Norquist avverte nel 2025: i dazi commerciali potrebbero avere effetti negativi sull'economia americana, influenzando crescita e occupazione

Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2025 by Luisa Pizzardi

Grover Norquist, presidente di Americans for Tax Reform, ha recentemente condiviso le sue opinioni sulla strategia politica di Donald Trump durante un’intervista condotta negli studi di Adnkronos. Norquist, che da quarant’anni promuove una politica economica ispirata ai principi di Ronald Reagan, ha sottolineato l’importanza di mantenere basse le tasse e ridurre l’intervento governativo. Tuttavia, ha anche evidenziato le sfide che il movimento repubblicano deve affrontare con l’attuale amministrazione, che sembra adottare un approccio più protezionista.

La strategia economica di Trump

Durante l’intervista, Norquist ha spiegato che Donald Trump, pur mantenendo molte delle posizioni tradizionali del partito repubblicano, ha introdotto una dimensione nuova e complessa alla sua politica economica. Trump ha storicamente sostenuto la riduzione delle tasse, come dimostrato dalla sua decisione di abbassare l’imposta sulle società dal 35% al 21% durante il suo primo mandato. Tuttavia, la sua attuale amministrazione ha visto l’emergere di una retorica protezionista, con minacce quotidiane di dazi, anche nei confronti degli alleati europei.

Norquist ha chiarito che, sebbene Trump possa utilizzare i dazi come strumento di negoziazione con paesi come Panama, Colombia, Messico e Canada, questo approccio non si basa su considerazioni economiche tradizionali. Invece, è più legato a questioni geopolitiche, come la gestione della sicurezza al confine con il Messico e la pressione sulla Cina. Tuttavia, Norquist ha avvertito che l’applicazione effettiva di dazi potrebbe avere conseguenze negative per l’economia americana, poiché i dazi rappresentano in realtà tasse sui consumatori statunitensi.

Il ruolo di Elon Musk e l’efficienza governativa

Norquist ha anche discusso dell’iniziativa di Elon Musk, che ha recentemente contattato due milioni di dipendenti pubblici offrendo incentivi per le dimissioni. Questa mossa, sebbene controversa, è stata vista da Norquist come un tentativo tardivo di affrontare gli sprechi nel settore pubblico. Secondo lui, l’uso dell’intelligenza artificiale per identificare inefficienze è un passo avanti, ma sarebbe stato più efficace se fosse stato implementato prima.

Norquist ha sottolineato che molti stati già rendono pubbliche le loro transazioni, mentre il governo federale ha mantenuto questi dati nascosti. Ha criticato i media tradizionali per non aver indagato a fondo su questi sprechi, suggerendo che la mancanza di trasparenza è un problema significativo. La sua posizione è chiara: è necessario un approccio più aperto e responsabile nella gestione delle finanze pubbliche.

La competitività dell’Europa nel settore tecnologico

Nel contesto europeo, Norquist ha commentato il recente Paris AI Action Summit, dove il vicepresidente J.D. Vance ha criticato le regolamentazioni europee sulla tecnologia. Secondo Norquist, l’Europa ha scelto di non essere un attore principale nel settore tecnologico a causa di tasse elevate e normative restrittive. Gli investimenti, infatti, tendono a fluire verso gli Stati Uniti, dove le condizioni sono più favorevoli.

Per migliorare la propria competitività, l’Europa dovrebbe considerare una riduzione delle tasse e delle regolamentazioni. Norquist ha avvertito che tentativi di censura da parte del governo americano nei confronti delle grandi aziende tecnologiche non dovrebbero ripetersi. In questo contesto, l’Europa ha l’opportunità di creare un ambiente più favorevole all’innovazione, lasciando che siano i cittadini a scegliere i servizi che garantiscono la privacy.

Il ruolo di Giorgia Meloni e la spesa per la difesa

Infine, Norquist ha parlato di Giorgia Meloni, sottolineando come la premier italiana abbia stabilito buoni rapporti sia con Trump che con Musk. Tuttavia, ha evidenziato la questione della spesa per la difesa, poiché l’Italia destina solo l’1,5% del suo PIL alla difesa, ben al di sotto della richiesta della NATO del 2%. Norquist ha suggerito che per aumentare la spesa militare, l’Italia dovrebbe concentrarsi sulla riduzione delle tasse e sull’eliminazione degli sprechi nel settore pubblico.

Secondo Norquist, abbassare le tasse stimola la crescita economica, il che a sua volta può portare a maggiori entrate fiscali. Ha citato esempi storici di come, in passato, la riduzione delle tasse abbia portato a un aumento delle entrate. Inoltre, ha menzionato che negli Stati Uniti si sta procedendo a una significativa riduzione del personale civile del Pentagono, liberando risorse per la difesa.

Norquist ha concluso affermando che Giorgia Meloni rappresenta un interlocutore chiave per l’amministrazione americana, in grado di mediare su questioni europee e di mantenere un dialogo costruttivo. In un contesto globale in evoluzione, Meloni e altri leader come Milei in America Latina potrebbero avere un ruolo cruciale nel futuro delle relazioni internazionali.

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