Ucraina: le reazioni dei leader europei a Trump evidenziano unità su Kiev ma divisioni sull’invio di truppe dell’Unione Europea

L’Europa si riunisce a Parigi per sostenere l’Ucraina, ma emergono divisioni tra i leader su assistenza militare e spese per la difesa in risposta alla crisi con la Russia.
"Reazioni dei leader europei su Trump: unità su Kiev e divisioni sull'invio di truppe UE." "Reazioni dei leader europei su Trump: unità su Kiev e divisioni sull'invio di truppe UE."
Le reazioni dei leader europei a Trump nel 2025 mostrano un'unità sulla questione ucraina, ma evidenziano divisioni sull'invio di truppe dell'Unione Europea

Ultimo aggiornamento il 18 Febbraio 2025 by Luisa Pizzardi

L’Europa si mobilita per affrontare la crisi ucraina, con un vertice straordinario convocato in modo tempestivo dal presidente francese Emmanuel Macron. L’incontro, tenutosi a Parigi, ha visto la partecipazione di undici leader europei, i quali hanno ribadito il loro sostegno all’Ucraina nel contesto del conflitto con la Russia. Durante il summit, i presidenti della Commissione Europea e del Consiglio Europeo, Ursula von der Leyen e Antonio Costa, hanno sottolineato l’importanza di fornire assistenza militare a Kiev per consentire negoziati efficaci con Mosca, affermando che l’Ucraina “merita la pace attraverso la forza”. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire una pace che rispetti l’indipendenza e la sovranità ucraina, con solide garanzie di sicurezza.

Il sostegno all’ucraina e le richieste di maggiore difesa

Durante il vertice, von der Leyen e Costa hanno evidenziato che l’Europa è pronta a fornire il massimo supporto militare all’Ucraina. Tuttavia, hanno anche avvertito della necessità di un incremento delle spese per la difesa in Europa, in linea con le richieste degli Stati Uniti. Nonostante le buone intenzioni espresse, le tensioni tra i vari Paesi europei sono emerse chiaramente. Olaf Scholz, cancelliere tedesco, ha lasciato il vertice prematuramente, dichiarando che discutere dell’invio di forze di pace in Ucraina in questo momento è “completamente prematuro” e “altamente inappropriato”.

La posizione della Francia, che ha proposto un impegno diretto dell’Europa in Ucraina, ha trovato resistenza. Anche il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha manifestato dubbi, affermando che l’Italia sarebbe disposta a inviare truppe solo nell’ambito di una missione delle Nazioni Unite, con la partecipazione di forze extraeuropee. Crosetto ha avvertito che una presenza esclusivamente europea in Ucraina, in una zona a rischio di attacchi russi, sarebbe un “suicidio”. Durante il vertice, Giorgia Meloni, premier italiano, ha ribadito le preoccupazioni del suo Paese riguardo alla scelta di Macron di escludere alcuni Stati membri, come Finlandia e i Paesi baltici, che affrontano la minaccia russa in modo più diretto.

Le divisioni tra i leader europei

Le divergenze tra i leader europei sono state evidenti, con la Germania e l’Italia che hanno espresso preoccupazioni legittime. Se le truppe europee venissero inviate in Ucraina senza le garanzie dell’articolo 5 della NATO, ci sarebbe un alto rischio di incidenti con la Russia. Alti ufficiali tedeschi hanno sollevato interrogativi su cosa accadrebbe se soldati europei, in particolare tedeschi o italiani, venissero attaccati. La mancanza di una risposta chiara a queste domande ha portato alcuni a considerare l’idea di inviare forze di terra in Ucraina come un’azione avventata.

Le manovre di Macron, pur essendo motivate da una visione geopolitica, non sono state sempre ben accolte dai partner europei. Il vertice, convocato in modo affrettato, ha suscitato critiche riguardo alla mancanza di comunicazione chiara e alla selezione dei partecipanti. Donald Tusk, primo ministro polacco, ha sottolineato l’importanza delle relazioni transatlantiche e della necessità di una maggiore capacità di difesa europea. Ha affermato che l’aumento della spesa per la difesa è fondamentale e che non ha senso opporsi alle richieste degli Stati Uniti di investire di più nella sicurezza.

Le prospettive future e la pressione di Trump

Il futuro di questo vertice ristretto è incerto. Non è previsto un Consiglio Europeo straordinario, ma è in programma un primo debriefing a Bruxelles per discutere il futuro dell’Ucraina. Tuttavia, il tema della sicurezza rientra nelle competenze degli Stati membri, rendendo difficile raggiungere un consenso. La necessità di mediazione e tempo è evidente, ma con l’amministrazione Trump che accelera le trattative per risolvere la crisi ucraina, l’Europa si trova a dover agire rapidamente.

In questo contesto, la pressione per una risposta unitaria e tempestiva è alta. La mancanza di tempo potrebbe ostacolare gli sforzi europei di coordinamento e di risposta alle sfide poste dalla Russia. Con il conflitto in corso e le dinamiche geopolitiche in evoluzione, l’Europa deve affrontare una corsa contro il tempo per stabilire una posizione comune e garantire la sicurezza dell’Ucraina.

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