Ultimo aggiornamento il 18 Febbraio 2025 by Francesca Monti
Una nuova frontiera nella biofabbricazione si sta delineando grazie alla tecnica di stampa 3D chiamata 3DRoWS, che promette di rivoluzionare il trattamento delle lesioni muscolari. Questo innovativo approccio è stato presentato da un team di ricercatori dell’Università di Roma Tor Vergata, guidato dal professor Cesare Gargioli, il 18 febbraio 2025. La ricerca si concentra sulla rigenerazione del tessuto muscolare, affrontando una delle sfide cliniche più significative: la perdita volumetrica di muscolo (VML), che può derivare da traumi, interventi chirurgici o malattie come le distrofie muscolari.
La tecnica 3drows e le sue applicazioni
La tecnica 3DRoWS, acronimo di “Rotating 3D Printing”, si distingue per la sua capacità di produrre mio-sostituti umani con caratteristiche e funzioni simili a quelle del muscolo nativo. Il professor Gargioli spiega che questo metodo consente di creare un microambiente favorevole al differenziamento dei periciti, cellule cruciali per la salute dei vasi sanguigni. Queste cellule, infatti, sono fondamentali per mantenere la struttura e la funzionalità del sistema vascolare, e il loro corretto sviluppo è essenziale per la rigenerazione muscolare.
Il team di ricerca ha utilizzato la proteomica, una disciplina che analizza l’insieme delle proteine prodotte da un organismo, per monitorare gli effetti della stampa 3D sul tessuto muscolare. Gargioli sottolinea che il metodo RoWS ha dimostrato di aumentare significativamente le proteine strutturali e di contrazione rispetto alle colture muscolari tradizionali, non stampate. Grazie a tecnologie avanzate come la spettrometria di massa, i ricercatori hanno potuto osservare che l’ambiente tridimensionale creato dalla stampa 3D favorisce la formazione di fasci di miotubi, promuovendo così la maturazione delle fibre muscolari.
Risultati e implicazioni cliniche
Le indagini condotte in vivo hanno rivelato risultati promettenti: il mio-sostituto biofabbricato in 3D si è dimostrato compatibile con il tessuto muscolare dell’ospite, mostrando una completa integrazione e rigenerazione delle fibre muscolari in modelli murini affetti da VML. Gargioli evidenzia che questo rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca, poiché dimostra che la biofabbricazione tramite stampa 3D può effettivamente contribuire alla riparazione del tessuto muscolare danneggiato.
Inoltre, i risultati suggeriscono che la tecnica 3DRoWS offre un controllo superiore sul processo di differenziamento miogenico, aprendo la strada a potenziali applicazioni cliniche nel trattamento delle lesioni muscolari. Con ulteriori perfezionamenti, questa tecnologia potrebbe essere utilizzata per sviluppare trattamenti innovativi per pazienti che soffrono di gravi perdite muscolari, migliorando notevolmente la qualità della vita e le possibilità di recupero.