Ultimo aggiornamento il 19 Febbraio 2025 by Luisa Pizzardi
Il dibattito politico italiano è nuovamente infiammato da accuse di spionaggio e dalla controversa questione legata al software Paragon. Il 19 febbraio 2025, durante un acceso question time alla Camera dei Deputati, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha risposto a una domanda posta dai rappresentanti del Partito Democratico (Pd) e di Italia Viva (Iv) riguardo all’uso di spyware da parte della polizia penitenziaria. La situazione si è complicata ulteriormente dopo che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, aveva dichiarato che non era in grado di fornire informazioni in aula, definendole ‘classificate’. Questo ha scatenato una serie di reazioni da parte delle opposizioni, che hanno accusato il governo di confusione e mancanza di trasparenza.
Le dichiarazioni di Nordio e le reazioni politiche
Durante la seduta, Nordio ha affermato che la polizia penitenziaria non ha mai utilizzato il sistema di spionaggio in questione, contraddicendo quanto affermato da Mantovano. Questa dichiarazione ha sollevato un vespaio di polemiche. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha commentato su social media, evidenziando come la risposta di Nordio abbia messo in difficoltà il sottosegretario. Renzi ha anche sottolineato che ci sono stati cittadini, tra cui il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e l’attivista Luca Casarini, che sono stati intercettati illegalmente. Ha annunciato la volontà di richiedere accesso agli atti riguardanti le spese per intercettazioni delle Procure, promettendo di non fermarsi finché non si farà chiarezza sulla vicenda.
Elly Schlein, segretaria del Pd, ha criticato la premier Giorgia Meloni, accusandola di non affrontare la questione e di cercare di sfuggire alle responsabilità. Ha sottolineato che è compito del governo chiarire chi ha utilizzato il software Graphite per spiare giornalisti e attivisti, chiedendo trasparenza e risposte in Parlamento. Anche Riccardo Magi ha chiesto un intervento urgente della Meloni, evidenziando il cortocircuito informativo che ha caratterizzato la gestione della questione da parte del governo.
Il ruolo delle istituzioni e le accuse di spionaggio
La questione dello spionaggio ha sollevato interrogativi anche sul funzionamento delle istituzioni. Andrea Orlando ha messo in evidenza l’assenza di dichiarazioni da parte del responsabile del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, evidenziando come in situazioni analoghe, i vertici delle forze di polizia sarebbero intervenuti per chiarire eventuali sospetti di illegalità. Questo silenzio ha alimentato ulteriormente le speculazioni e le preoccupazioni riguardo a possibili abusi di potere.
Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno aggiunto un ulteriore elemento di inquietudine, ponendo domande sul fatto che anche loro potessero essere stati oggetto di spionaggio. Fratoianni ha rivelato di aver cenato con Casarini la sera prima della scoperta dello spyware, chiedendosi se fossero stati osservati. Queste affermazioni hanno messo in luce la gravità della situazione e la necessità di un’inchiesta approfondita per fare luce su chi ha realmente utilizzato il software di sorveglianza e per quali motivi.
Le conseguenze politiche e le prossime mosse
La situazione attuale ha messo il governo Meloni in una posizione difficile, con crescenti pressioni da parte delle opposizioni per una maggiore trasparenza e responsabilità. Le dichiarazioni di Nordio, che hanno contraddetto quelle di Mantovano, hanno creato un clima di incertezza e sfiducia, non solo nei confronti del governo, ma anche delle istituzioni coinvolte nella gestione della sicurezza e della giustizia. Le prossime settimane saranno cruciali per capire come il governo affronterà questa crisi e se ci saranno sviluppi significativi riguardo alle indagini sulle intercettazioni illegali.
In questo contesto, il Parlamento potrebbe diventare il palcoscenico di un acceso confronto tra governo e opposizioni, con la richiesta di chiarimenti che si fa sempre più pressante. La questione dello spionaggio e dell’uso di software di sorveglianza da parte delle autorità rappresenta un tema delicato e di grande rilevanza, che potrebbe avere ripercussioni significative sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni e sulla stabilità del governo stesso.