Ultimo aggiornamento il 17 Dicembre 2023 by Redazione
Sale la tensione sugli ostaggi nella guerra tra Israele e Hamas
Dopo l’uccisione a Gaza di tre israeliani rapiti il 7 ottobre scorso, da parte dei militari dell’IDF, la rabbia cresce e la situazione degli ostaggi si fa sempre più tesa. Hamas avverte che non ci sarà alcun accordo fino a quando Israele non fermerà l’aggressione, mentre il premier Benjamin Netanyahu si mostra determinato: “Continueremo fino alla fine, nulla ci fermerà”.
Le proteste dei parenti: “Trattative subito”
Centinaia di persone sono scese in piazza a Tel Aviv per protestare e chiedere trattative immediate. La folla, radunata nel centro della città, ha sfilato in corteo con cartelloni e striscioni con le foto e i nomi degli ostaggi, bloccando le strade per chiedere al governo di intervenire per il rilascio immediato di tutte le persone ancora tenute prigioniere nella Striscia di Gaza. “Per loro il tempo sta finendo, riportateli a casa adesso”, ha intonato la folla, criticando il governo di Netanyahu per non fare abbastanza per ottenere la liberazione degli ostaggi.
Linea dura del premier e condizioni di Hamas
Netanyahu ha ribadito la necessità di una pressione militare per ottenere il ritorno degli ostaggi e la vittoria. Ha dichiarato che senza questa pressione non si otterrebbe nulla e che continueranno a combattere fino alla vittoria. Ha espresso le sue condoglianze ai familiari degli ostaggi morti. Nel frattempo, Hamas è determinata a sfruttare gli ostaggi a suo vantaggio e ha dichiarato che non ci sarà alcun accordo fino a quando Israele non fermerà l’aggressione e rispetterà le condizioni per un accordo. Hamas ha affermato che se Israele vuole che gli ostaggi tornino vivi, deve cessare completamente l’aggressione e accordarsi sullo scambio degli ostaggi secondo le condizioni dei combattenti palestinesi.
Nuova bozza di risoluzione all’ONU sul conflitto a Gaza
Una nuova bozza di risoluzione sul conflitto a Gaza è stata presentata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La bozza chiede una facilitazione logistica per l’invio di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Questa è l’unica risoluzione sul conflitto approvata dal Consiglio di Sicurezza finora ed è incentrata sugli aiuti umanitari. Tutti i tentativi di introdurre una pausa nei combattimenti sono falliti a causa dell’opposizione degli Stati Uniti. La bozza sarà discussa e forse votata domani, 18 dicembre.