Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2023 by Redazione
La convivenza prematrimoniale conta nel calcolo dell’assegno per il divorzio
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che stabilisce che il periodo di convivenza prematrimoniale deve essere considerato nel calcolo dell’assegno per il divorzio. Questa decisione si applica ai casi in cui il matrimonio sia collegato a una convivenza che abbia “i connotati di stabilità e continuità”. In tali situazioni, i conviventi devono aver sviluppato un progetto e un modello di vita in comune, simile a quello di una famiglia fondata sul matrimonio, che comporti anche contributi economici reciproci.
Secondo i giudici della Cassazione, la convivenza prematrimoniale è un fenomeno sempre più diffuso nella società e viene sempre più riconosciuta come una forma di famiglia di pari dignità rispetto al matrimonio. Pertanto, quando si tratta di attribuire e quantificare l’assegno divorzile, che ha una natura sia assistenziale che compensativa, nei casi in cui il matrimonio sia collegato a una convivenza prematrimoniale stabile e continua, è necessario considerare anche il periodo di convivenza prematrimoniale.
La sentenza sottolinea che questo è importante per valutare il contributo fornito dalla persona che richiede l’assegno alla gestione familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale dei coniugi. Durante la convivenza prematrimoniale, è necessario verificare l’esistenza di scelte condivise dalla coppia che abbiano plasmato la vita all’interno del matrimonio e che siano correlate a sacrifici o rinunce, in particolare per il coniuge economicamente più debole, che potrebbe essere risultato incapace di garantirsi un adeguato sostentamento dopo il divorzio.
Un riconoscimento della convivenza prematrimoniale come forma di famiglia
La decisione della Corte di Cassazione rappresenta un riconoscimento della convivenza prematrimoniale come una forma di famiglia legittima e importante. Questo fenomeno è sempre più diffuso nella società e viene sempre più considerato alla stessa stregua delle famiglie fondate sul matrimonio. I dati statistici e la percezione delle persone confermano questa tendenza.
La sentenza sottolinea che la convivenza prematrimoniale può comportare una serie di responsabilità e contributi reciproci, sia economici che emotivi, che sono simili a quelli presenti in un matrimonio. Pertanto, è giusto che il periodo di convivenza prematrimoniale venga considerato nel calcolo dell’assegno per il divorzio, in modo da riflettere adeguatamente il contributo fornito da entrambi i coniugi durante l’intera relazione.
Un’importante decisione per la giustizia familiare
La sentenza della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti per la giustizia familiare. Riconoscere la convivenza prematrimoniale come una forma di famiglia legittima e considerare il suo valore nel calcolo dell’assegno per il divorzio è un modo per garantire una maggiore equità e giustizia nelle situazioni di separazione.
Questa decisione tiene conto dei cambiamenti nella società e dei diversi modelli di famiglia che si sono sviluppati nel corso degli anni. La convivenza prematrimoniale è diventata sempre più comune e sempre più persone scelgono di vivere insieme prima di sposarsi. Pertanto, è importante che il sistema legale rifletta questa realtà e consideri il valore e il contributo della convivenza prematrimoniale nelle situazioni di divorzio.
In conclusione, la sentenza della Corte di Cassazione stabilisce che il periodo di convivenza prematrimoniale deve essere considerato nel calcolo dell’assegno per il divorzio nei casi in cui la convivenza abbia “i connotati di stabilità e continuità”. Questa decisione rappresenta un riconoscimento della convivenza prematrimoniale come una forma di famiglia legittima e importante, e contribuisce a garantire una maggiore equità e giustizia nelle situazioni di separazione.