Meloni: caso Zuncheddu spinge a interventi sulla carcerazione preventiva

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Meloni: caso Zuncheddu spinge a interventi sulla carcerazione preventiva - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2024 by Redazione

Giorgia Meloni parla del caso di Beniamino Zuncheddu

Durante una conferenza stampa alla Camera dei deputati, la premier Giorgia Meloni ha affrontato il caso di Beniamino Zuncheddu, un pastore sardo che è stato scarcerato dopo 32 anni di ingiusta detenzione. Attualmente, Zuncheddu è in attesa della sentenza della Corte d’appello penale di Roma sul suo giudizio di revisione. Durante l’incontro con la stampa parlamentare, la premier ha risposto a una domanda di Radio Radicale riguardo al caso. Zuncheddu è stato accusato della strage di Sinnai, ma nel corso del processo di revisione sono state presentate prove che dimostrano la sua innocenza. La premier ha sottolineato di essere rimasta molto colpita dal caso di Zuncheddu e ha evidenziato che in Italia ci sono ancora molti casi di ingiusta detenzione o errore giudiziario. Ha citato una media di mille casi all’anno negli ultimi trent’anni e ha affermato che, nonostante una diminuzione nel 2022, i numeri rimangono ancora molto alti. La premier ha anche sottolineato che il caso di Zuncheddu potrebbe essere il risultato di un uso eccessivo della carcerazione preventiva.

Il ddl Nordio affronta il tema della carcerazione preventiva

La premier ha menzionato il ddl Nordio, attualmente in esame al Senato, che affronta il tema dell’applicazione delle misure di carcerazione preventiva. Il ddl prevede che prima di mettere qualcuno in carcere, la persona debba essere sentita non solo dal pubblico ministero, ma anche dal giudice. La decisione viene presa in forma collegiale. La premier ha sottolineato che l’obiettivo del ddl è quello di rendere la normativa più adatta alle reali necessità, senza depotenziare il lavoro della magistratura.

Risolvere il sovraffollamento aumentando la capienza delle carceri

La premier ha affrontato anche il tema del sovraffollamento delle carceri in Italia. Attualmente, le carceri italiane hanno una capienza di circa 50.000 detenuti, ma ospitano circa 60.000 persone, portando ad un sovraffollamento del 120%. La premier ha sottolineato che non crede che il problema possa essere risolto con amnistie o indulti, ma che sia necessario trovare un’altra soluzione. Finora, il governo ha cercato di affrontare il problema rafforzando il personale di polizia penitenziaria e ampliando la capienza delle carceri. La premier ha affermato che il problema delle carceri non si risolve diminuendo i reati, ma aumentando la capienza delle strutture.

Obiettivi per il primo semestre del 2024

Infine, la premier ha condiviso i tre obiettivi principali per il primo semestre del 2024. Essi includono la messa a terra del nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), la riforma della giustizia e un piano di borse di studio per gli studenti. Questi obiettivi riflettono l’impegno del governo nel promuovere lo sviluppo economico, migliorare il sistema giudiziario e sostenere l’istruzione.

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