Ultimo aggiornamento il 23 Gennaio 2024 by Redazione
Le ferie annuali retribuite non godute vanno pagate anche in caso di dimissioni volontarie del dipendente pubblico
La Corte di Giustizia europea ha emesso una sentenza il 18 gennaio 2024 che ha un impatto significativo sulle aziende e i dipendenti pubblici. Secondo il network legale Consulcesi, questa sentenza amplia le possibilità di azioni legali dei dipendenti pubblici nei confronti delle aziende, aprendo la strada a migliaia di nuovi casi potenziali. L’avvocato Francesco Del Rio di Consulcesi avverte che se le aziende non si adeguano agli standard operativi stabiliti dalla Corte di Giustizia UE, potrebbero affrontare gravi conseguenze in termini di riconoscimento dell’indennità per le ferie non godute del personale sanitario.
Secondo i legali di Consulcesi, il rapporto più recente di Anaao Assomed riporta oltre 5 milioni di giornate di ferie arretrate per medici e dirigenti sanitari. Ciò significa che, in base alle ultime sentenze della Corte europea, compresa quella che riguarda i dimissionari volontari, in caso di cessazione del rapporto di lavoro, lo Stato potrebbe dover affrontare un potenziale esborso di oltre 600 milioni di euro solo nel settore sanitario. Del Rio sottolinea che la sentenza UE estende il numero potenziale di richiedenti anche ai dimissionari volontari, consentendo a coloro che si sono dimessi volontariamente anche dieci anni fa di richiedere il risarcimento del danno.
La Corte di Giustizia europea ha pubblicato una sentenza il 18 gennaio che riguarda l’interpretazione corretta che tutti gli Stati membri, in particolare l’Italia, devono dare alla disciplina comunitaria sull’indennità finanziaria per le ferie annuali retribuite non godute dai dipendenti pubblici al termine del loro rapporto di lavoro. Il caso è stato sollevato da un ex dipendente pubblico del Comune di Copertino che aveva convenuto in giudizio l’ente dopo che aveva rifiutato la sua richiesta di liquidazione dell’indennità per le ferie non godute a causa delle sue dimissioni volontarie.
Dal 2018, la Corte di Giustizia europea ha lavorato costantemente per interpretare correttamente i principi fondamentali previsti dalla direttiva 2003/88, in particolare quelli relativi alle ferie annuali, compreso il riconoscimento di eventuali indennità sostitutive in caso di mancata fruizione. Pertanto, i casi relativi alle ferie annuali retribuite che arrivano alla Corte sono in costante aumento. La Corte UE ha stabilito che il termine di prescrizione per richiedere un indennizzo inizia solo quando il dipendente pubblico cessa il rapporto di lavoro, ad esempio andando in pensione o terminando il contratto di lavoro, e non dall’anno in cui le ferie non godute sono state accumulate. Ciò significa che anche coloro che hanno terminato il loro rapporto di lavoro molti anni fa, entro il termine di prescrizione di 10 anni, possono ancora legittimamente richiedere il pagamento dell’indennizzo per le ferie non godute accumulate durante il lavoro.
Consulcesi ha sostenuto una serie di battaglie legali per far valere i diritti di coloro che hanno rinunciato alle loro ferie per senso di responsabilità verso il proprio lavoro. Il gruppo ha sostenuto in particolare medici e professionisti sanitari che hanno ottenuto sentenze favorevoli e risarcimenti economici significativi grazie all’aiuto dei legali di Consulcesi. Fino ad ora, sono stati recuperati oltre 200.000 euro a favore dei medici che hanno richiesto assistenza legale da Consulcesi.
Consulcesi Club offre una consulenza legale dettagliata gratuita per tutti i clienti che hanno lavorato nel Servizio sanitario nazionale e che hanno terminato il rapporto di lavoro per dimissioni, pensionamento o altri motivi, con ferie non godute residue. Durante la consulenza, verranno valutati i requisiti per presentare una richiesta di monetizzazione delle ferie non godute e verrà calcolato il credito potenziale reclamabile.