Indagata l’avvocatessa nel caso Pifferi: sospetto di ‘test falso’

Indagata lavvocatessa nel cas Indagata lavvocatessa nel cas
Indagata l'avvocatessa nel caso Pifferi: sospetto di 'test falso' - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 24 Gennaio 2024 by Redazione

Indagata l’avvocato Alessia Pontenani per falso ideologico nel caso di Alessia Pifferi

L’avvocato Alessia Pontenani, difensore di Alessia Pifferi, è stata indagata per falso ideologico insieme alle due psicologhe del carcere di San Vittore che si sono occupate del caso. Secondo il procuratore Francesco De Tommasi, sarebbe stato attestato “falsamente” che la donna aveva un quoziente intellettivo molto basso, con un test non affidabile per fini diagnostici. Il procuratore ha anche affermato che le due psicologhe avrebbero svolto un’attività di consulenza difensiva al di fuori delle loro competenze.

Accuse di falso ideologico nel caso di Alessia Pifferi

L’avvocato Alessia Pontenani è stata coinvolta in un’indagine per falso ideologico nel caso di Alessia Pifferi, la donna accusata di aver lasciato morire di stenti sua figlia Diana. Secondo il procuratore Francesco De Tommasi, l’avvocato e le due psicologhe del carcere di San Vittore avrebbero attestato falsamente che la donna aveva un quoziente intellettivo molto basso. Il test utilizzato per questa valutazione non sarebbe stato affidabile per fini diagnostici e valutativi. Il procuratore ha anche sottolineato che le due psicologhe avrebbero svolto un’attività di consulenza difensiva che non rientrava nelle loro competenze.

Le accuse contro l’avvocato Alessia Pontenani e le psicologhe del carcere di San Vittore

L’avvocato Alessia Pontenani e le due psicologhe del carcere di San Vittore sono state indagate per falso ideologico nel caso di Alessia Pifferi. Secondo il procuratore Francesco De Tommasi, le accuse si basano sul fatto che sarebbe stato attestato falsamente che la donna aveva un quoziente intellettivo molto basso. Il test utilizzato per questa valutazione non sarebbe stato affidabile per fini diagnostici e valutativi. Inoltre, il procuratore ha sottolineato che le due psicologhe avrebbero svolto un’attività di consulenza difensiva che non rientrava nelle loro competenze. L’indagine è ancora in corso e si dovrà determinare se ci sono prove sufficienti per procedere con un processo.

Keep Up to Date with the Most Important News

By pressing the Subscribe button, you confirm that you have read and are agreeing to our Privacy Policy and Terms of Use
Change privacy settings
×