Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione
Matteo Messina Denaro fermato a un posto di blocco sette anni fa
Il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, ha rivelato che il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato fermato sette anni fa in un posto di blocco, ma non è stato riconosciuto. Questa informazione è emersa durante un incontro con gli studenti delle scuole di Casal di Principe, nella villa confiscata che ospita “Casa don Peppe Diana”, dedicata al sacerdote ucciso dalla camorra nel 1994.
Secondo De Lucia, Messina Denaro ha vissuto a lungo nel territorio del Trapanese, sentendosi al sicuro e convinto di non essere scoperto. Dopo il suo arresto, le indagini hanno rivelato che il boss mafioso era stato fermato da carabinieri in provincia di Trapani, ma non è stato riconosciuto grazie al fatto che le forze dell’ordine avevano foto vecchie di anni. Tutto sembrava essere in regola.
Il procuratore ha anche sottolineato che Messina Denaro aveva delle persone che lo avvisavano dei movimenti degli investigatori. Questo solleva interrogativi sul modo in cui il latitante è riuscito a rimanere in fuga per trent’anni. L’obiettivo attuale della procura di Palermo è individuare chi ha favorito il boss mafioso. De Lucia ha spiegato che la malattia non ha cambiato le abitudini di Messina Denaro, confermando che il latitante ha continuato a vivere secondo i suoi schemi.
L’impegno della procura di Palermo
Il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, ha sottolineato l’impegno della procura nel cercare di individuare chi ha favorito Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. Questo è emerso durante un incontro con gli studenti delle scuole di Casal di Principe, dove è stata organizzata una presentazione del libro “La Cattura – i misteri di Matteo Messina Denaro e la mafia che cambia”, scritto dallo stesso procuratore insieme all’inviato de La Repubblica, Salvo Palazzolo.
De Lucia ha spiegato che Messina Denaro aveva vissuto a lungo nel territorio del Trapanese, sentendosi al sicuro e convinto di non essere scoperto. Durante le indagini dopo il suo arresto, è emerso che il boss mafioso era stato fermato da carabinieri in provincia di Trapani, ma non è stato riconosciuto grazie al fatto che le forze dell’ordine avevano foto vecchie di anni. Questo ha permesso a Messina Denaro di continuare la sua latitanza indisturbato.
Il procuratore ha anche sottolineato che Messina Denaro aveva delle persone che lo avvisavano dei movimenti degli investigatori, il che solleva interrogativi sul modo in cui il latitante è riuscito a rimanere in fuga per trent’anni. L’obiettivo attuale della procura di Palermo è individuare chi ha favorito il boss mafioso e garantire che venga fatta giustizia.
La latitanza di Matteo Messina Denaro
Durante un incontro con gli studenti delle scuole di Casal di Principe, il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, ha spiegato che Matteo Messina Denaro ha vissuto a lungo nel territorio del Trapanese, sentendosi al sicuro e convinto di non essere scoperto. Questo è emerso durante la presentazione del libro “La Cattura – i misteri di Matteo Messina Denaro e la mafia che cambia”, scritto dallo stesso procuratore insieme all’inviato de La Repubblica, Salvo Palazzolo.
De Lucia ha rivelato che Messina Denaro è stato fermato da carabinieri in provincia di Trapani sette anni fa, ma non è stato riconosciuto grazie al fatto che le forze dell’ordine avevano foto vecchie di anni. Questo ha permesso al boss mafioso di continuare la sua latitanza indisturbato. Il procuratore ha anche sottolineato che Messina Denaro aveva delle persone che lo avvisavano dei movimenti degli investigatori, il che solleva interrogativi sul modo in cui il latitante è riuscito a rimanere in fuga per trent’anni.
La procura di Palermo è determinata a individuare chi ha favorito Messina Denaro durante la sua latitanza e garantire che venga fatta giustizia. De Lucia ha spiegato che la malattia non ha cambiato le abitudini del boss mafioso, confermando che il latitante ha continuato a vivere secondo i suoi schemi. La cattura di Messina Denaro rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la mafia, ma c’è ancora molto lavoro da fare per sradicare completamente questa organizzazione criminale.