Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione
Attivisti protestano contro il progetto di un termovalorizzatore a Porto Marghera
Attivisti indossando tute bianche e mascherine hanno portato avanti una protesta pacifica stamattina presso un distributore di carburanti dell’Eni alla rotatoria autostradale di Villabona, vicino a Venezia. La loro azione mirava a contestare il progetto di un termovalorizzatore a Porto Marghera. Durante la protesta, sono stati appesi manifesti e distribuiti volantini agli automobilisti per dissuaderli dal fare rifornimento. Al termine dell’azione, i manifestanti hanno appeso uno striscione sulla copertura della stazione con la scritta “Boicotta Eni, boicotta chi ci avvelena – No Inceneritore”.
Secondo i promotori della protesta, è fondamentale far comprendere che molte persone sono contrarie all’Eni e al suo progetto di inceneritore. L’azienda vorrebbe smaltire 190.000 tonnellate di fanghi inquinati a pochi passi dalle abitazioni, ottenendo un profitto di almeno 32 milioni di euro all’anno. Tutto ciò avrebbe conseguenze negative sulla salute di centinaia di migliaia di persone e sull’ambiente circostante.
Per dare ulteriore voce alle loro preoccupazioni, è stata convocata un’assemblea popolare sul tema per il 22 febbraio a Marghera. Questo incontro permetterà ai cittadini di esprimere le loro opinioni e discutere delle possibili azioni da intraprendere per contrastare il progetto dell’Eni.
Una protesta pacifica senza tensioni
La protesta degli attivisti è stata caratterizzata da un clima pacifico e senza tensioni. Gli attivisti hanno scelto di indossare tute bianche e mascherine per simboleggiare la loro lotta per la salute e l’ambiente. Durante l’azione, hanno cercato di sensibilizzare gli automobilisti presenti al distributore di carburanti, appesi manifesti e distribuito volantini per informarli sul progetto di termovalorizzatore e sui suoi potenziali effetti negativi.
Nonostante la protesta sia stata mirata all’Eni e al suo progetto, gli attivisti hanno cercato di coinvolgere anche i cittadini comuni, invitandoli a boicottare l’azienda e a sostenere la causa. La scelta di appendere uno striscione sulla copertura della stazione è stata un modo per lasciare un segno tangibile della loro presenza e delle loro richieste.
La voce dei cittadini contro l’Eni
La protesta di oggi è solo uno dei tanti modi in cui i cittadini stanno cercando di far sentire la propria voce contro il progetto dell’Eni. La preoccupazione principale riguarda la salute delle persone e l’impatto sull’ambiente. Gli attivisti sostengono che l’Eni stia cercando di ottenere profitti a discapito della salute delle persone e dell’ecosistema circostante.
L’assemblea popolare convocata per il 22 febbraio a Marghera sarà un’opportunità per i cittadini di unirsi e discutere delle possibili azioni da intraprendere per contrastare il progetto dell’Eni. Sarà un momento per esprimere le proprie preoccupazioni e cercare soluzioni alternative che tutelino la salute delle persone e l’ambiente.
La protesta di oggi dimostra che ci sono molte persone che si oppongono al progetto dell’Eni e che sono disposte a lottare per difendere la loro salute e il loro territorio. È importante che le istituzioni e l’opinione pubblica prestino attenzione a queste preoccupazioni e lavorino insieme per trovare soluzioni sostenibili e rispettose dell’ambiente.