Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione
Boom dell’inflazione: le famiglie italiane spendono di più
Secondo l’Ufficio studi della Cgia, a causa del boom dell’inflazione registrato tra il 2021 e il 2023, le famiglie italiane hanno speso in media 4.039 euro in più. La spesa annuale delle famiglie è passata da 21.873 euro nel 2021 a 25.913 euro nel 2023, con un aumento del 18,5%. Questo aumento ha colpito soprattutto i biglietti aerei, le bollette di luce e gas e i prodotti alimentari come lo zucchero, il riso, l’olio di oliva, il latte a lunga conservazione e il burro.
Stangata sulle famiglie e le piccole attività
L’aumento medio mensile della spesa è stato di 337 euro, penalizzando soprattutto le famiglie economicamente più fragili. Questo aumento dei prezzi ha portato a una perdita di potere d’acquisto che non si verificava da almeno 25 anni. Di conseguenza, molti nuclei familiari hanno speso di più ma hanno ottenuto meno beni e servizi.
Questa situazione ha colpito anche le piccole attività commerciali. Mentre le vendite della grande distribuzione sono rimaste stabili, le botteghe artigiane e i negozi di vicinato hanno subito una contrazione significativa. Il risultato è evidente nelle città, con un aumento delle insegne rimosse e delle vetrine chiuse.
Dubbi e incertezze sul 2024
Secondo l’Ufficio studi della Cgia, la situazione sembra migliorare nel 2024, con un rallentamento dell’inflazione previsto al di sotto del 2%. Tuttavia, rimangono dubbi e incertezze. Le previsioni potrebbero essere sottostimate se le crisi in Medio Oriente e in Ucraina dovessero peggiorare ulteriormente. In questo caso, l’aumento dell’inflazione potrebbe superare il 2% previsto.
Aumento dei prezzi nel biennio
Analizzando nel dettaglio le voci di spesa, si nota che i maggiori aumenti tra il 2021 e il 2023 sono stati registrati per i biglietti aerei internazionali (+106,1%), le bollette dell’energia elettrica (+93,1%), i biglietti dei voli nazionali (+65,4%), le bollette del gas (+62,5%), lo zucchero (+61,7%), il riso (+48,2%), l’olio di oliva (+45,5%), il latte conservato (+37,4%) e il burro (+37%).
D’altra parte, alcuni prodotti hanno subito una riduzione di prezzo, come le televisioni (-28,6%), i cellulari (-12%), gli apparecchi per il suono (-11,4%), i test di gravidanza e i contraccettivi (-10,3%) e i libri di narrativa (-6,3%).
In conclusione, l’aumento dell’inflazione ha pesato sulle famiglie italiane, che hanno dovuto affrontare una maggiore spesa per i beni di prima necessità. Questo ha avuto un impatto negativo anche sulle piccole attività commerciali. Nonostante le previsioni di un rallentamento dell’inflazione nel 2024, rimangono ancora incertezze legate a possibili crisi internazionali.