Assemblea studentesse UniTo contro molestie: Manifesto politico e azione concreta

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Assemblea studentesse UniTo contro molestie: Manifesto politico e azione concreta - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione

Studentesse di Mai più zitte convocano un’assemblea a Torino

Le studentesse del collettivo transfemminista universitario Mai più zitte hanno convocato un’assemblea per il prossimo lunedì a Torino. L’evento si terrà presso Palazzo Nuovo, sede storica delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino. L’assemblea sarà l’occasione per “stendere un manifesto politico” e coinvolgerà non solo le studentesse, ma anche docenti e personale delle biblioteche.

Una lotta intersezionale

Le studentesse di Mai più zitte sottolineano che la loro lotta è intersezionale e coinvolge tutto il sistema universitario. Il collettivo si apre anche a chi non è studente ma vive di precarietà, ricatto e violenza. Per questo motivo, diverse realtà, come gli Studenti Indipendenti, stanno collaborando con il collettivo. Gli Studenti Indipendenti hanno diffuso un questionario per invitare le colleghe a denunciare eventuali molestie e violenze.

Riappropriarsi della narrazione

Il collettivo Mai più zitte intende riappropriarsi di una narrazione che riguarda e appartiene alle studentesse. Vogliono portare avanti la loro voce senza interpretazioni terze. Secondo il movimento transfemminista, lo spazio del dibattito pubblico è stato occupato da voci che parlano da posizioni di potere e privilegio, come quelle del rettore e dei docenti ordinari. Per questo motivo, le studentesse intendono replicare all’intervento del rettore Stefano Geuna, che ha promosso un tavolo nazionale sulla violenza di genere da tenersi a Torino il prossimo 20 marzo, giornata delle università italiane.

Le studentesse di Mai più zitte vogliono far sentire la loro voce e coinvolgere tutto il sistema universitario nella lotta contro le molestie e le violenze di genere. L’assemblea convocata a Torino sarà un’occasione per stendere un manifesto politico e riappropriarsi della narrazione senza interpretazioni terze.

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