Ambasciatore palestinese all’Italia: richiesta di cessate il fuoco a Israele

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Ambasciatore palestinese all'Italia: richiesta di cessate il fuoco a Israele - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione

L’Italia chiede un cessate il fuoco a Gaza: l’appello dell’ambasciatrice palestinese

L’ambasciatrice palestinese a Roma, Abeer Odeh, ha risposto all’Adnkronos in merito alle mozioni votate ieri in Parlamento sulla situazione a Gaza, con la richiesta di un immediato cessate il fuoco. Odeh ha ringraziato il Parlamento italiano e tutte le forze politiche per aver sostenuto questa richiesta urgente e necessaria.

Secondo l’ambasciatrice, è ora che la legalità internazionale venga ripristinata e che la politica giochi un ruolo di primo piano nella risoluzione dei conflitti. Odeh ha sottolineato che il governo italiano, come Paese importante nel Mediterraneo e nel mondo, dovrebbe accogliere l’invito del Parlamento e assumersi le responsabilità necessarie per portare pace e giustizia in Palestina e nell’intera regione. Questo dovrebbe includere un immediato cessate il fuoco, la fine dell’occupazione israeliana e il riconoscimento dello Stato di Palestina con Gerusalemme Est come capitale, basato sui confini del 1967.

L’ambasciatrice ha evidenziato la drammaticità della situazione a Gaza, sottolineando che più di 30.000 palestinesi sono stati uccisi dalle bombe e dalle incursioni israeliane, con il 70% dei casi che riguardano donne e bambini. Ha descritto le condizioni disastrose dei sopravvissuti, con molti feriti che hanno perso familiari o subito amputazioni. Molti di loro cercano cure in Italia, poiché a Gaza non sono più disponibili. Odeh ha sottolineato che l’intera popolazione di Gaza sta letteralmente morendo di fame e ha chiesto che chi ha causato questa situazione ponga fine a questa aggressione feroce.

L’ambasciatrice ha anche menzionato il provvedimento d’urgenza della Corte Internazionale di Giustizia, che ha aperto un’istruttoria sul reato di genocidio a Gaza. Ha espresso apprezzamento per l’iniziativa del Sudafrica di chiedere alla Corte di agire immediatamente per prevenire ulteriori violazioni che potrebbero mettere a rischio un milione e mezzo di civili rifugiati a Rafah.

La richiesta di un cessate il fuoco a Gaza: l’appello dell’ambasciatrice palestinese

L’ambasciatrice palestinese a Roma, Abeer Odeh, ha risposto all’Adnkronos in merito alle mozioni votate ieri in Parlamento sulla situazione a Gaza, con la richiesta di un immediato cessate il fuoco. Odeh ha ringraziato il Parlamento italiano e tutte le forze politiche per aver sostenuto questa richiesta urgente e necessaria.

Secondo l’ambasciatrice, è ora che la legalità internazionale venga ripristinata e che la politica giochi un ruolo di primo piano nella risoluzione dei conflitti. Odeh ha sottolineato che il governo italiano, come Paese importante nel Mediterraneo e nel mondo, dovrebbe accogliere l’invito del Parlamento e assumersi le responsabilità necessarie per portare pace e giustizia in Palestina e nell’intera regione. Questo dovrebbe includere un immediato cessate il fuoco, la fine dell’occupazione israeliana e il riconoscimento dello Stato di Palestina con Gerusalemme Est come capitale, basato sui confini del 1967.

L’ambasciatrice ha evidenziato la drammaticità della situazione a Gaza, sottolineando che più di 30.000 palestinesi sono stati uccisi dalle bombe e dalle incursioni israeliane, con il 70% dei casi che riguardano donne e bambini. Ha descritto le condizioni disastrose dei sopravvissuti, con molti feriti che hanno perso familiari o subito amputazioni. Molti di loro cercano cure in Italia, poiché a Gaza non sono più disponibili. Odeh ha sottolineato che l’intera popolazione di Gaza sta letteralmente morendo di fame e ha chiesto che chi ha causato questa situazione ponga fine a questa aggressione feroce.

L’ambasciatrice ha anche menzionato il provvedimento d’urgenza della Corte Internazionale di Giustizia, che ha aperto un’istruttoria sul reato di genocidio a Gaza. Ha espresso apprezzamento per l’iniziativa del Sudafrica di chiedere alla Corte di agire immediatamente per prevenire ulteriori violazioni che potrebbero mettere a rischio un milione e mezzo di civili rifugiati a Rafah.

L’appello dell’ambasciatrice palestinese per un cessate il fuoco a Gaza

L’ambasciatrice palestinese a Roma, Abeer Odeh, ha risposto all’Adnkronos in merito alle mozioni votate ieri in Parlamento sulla situazione a Gaza, con la richiesta di un immediato cessate il fuoco. Odeh ha ringraziato il Parlamento italiano e tutte le forze politiche per aver sostenuto questa richiesta urgente e necessaria.

Secondo l’ambasciatrice, è ora che la legalità internazionale venga ripristinata e che la politica giochi un ruolo di primo piano nella risoluzione dei conflitti. Odeh ha sottolineato che il governo italiano, come Paese importante nel Mediterraneo e nel mondo, dovrebbe accogliere l’invito del Parlamento e assumersi le responsabilità necessarie per portare pace e giustizia in Palestina e nell’intera regione. Questo dovrebbe includere un immediato cessate il fuoco, la fine dell’occupazione israeliana e il riconoscimento dello Stato di Palestina con Gerusalemme Est come capitale, basato sui confini del 1967.

L’ambasciatrice ha evidenziato la drammaticità della situazione a Gaza, sottolineando che più di 30.000 palestinesi sono stati uccisi dalle bombe e dalle incursioni israeliane, con il 70% dei casi che riguardano donne e bambini. Ha descritto le condizioni disastrose dei sopravvissuti, con molti feriti che hanno perso familiari o subito amputazioni. Molti di loro cercano cure in Italia, poiché a Gaza non sono più disponibili. Odeh ha sottolineato che l’intera popolazione di Gaza sta letteralmente morendo di fame e ha chiesto che chi ha causato questa situazione ponga fine a questa aggressione feroce.

L’ambasciatrice ha anche menzionato il provvedimento d’urgenza della Corte Internazionale di Giustizia, che ha aperto un’istruttoria sul reato di genocidio a Gaza. Ha espresso apprezzamento per l’iniziativa del Sudafrica di chiedere alla Corte di agire immediatamente per prevenire ulteriori violazioni che potrebbero mettere a rischio un milione e mezzo di civili rifugiati a Rafah.

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