Hamas, tensione tra due Stati e ostaggi: il punto sulla guerra

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Hamas, tensione tra due Stati e ostaggi: il punto sulla guerra - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 16 Febbraio 2024 by Redazione

La guerra tra Israele e Hamas continua: gli ultimi sviluppi e l’incertezza dei negoziati

La tensione tra Israele e Hamas continua ad essere altissima, con poche speranze di raggiungere un accordo di pace o una tregua nel breve termine. Hamas ha respinto la proposta di accordo di Israele per il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza in cambio della scarcerazione di 1.500 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. Il portavoce del premier israeliano Netanyahu ha definito “delirante” la posizione di Hamas, sottolineando che Israele non accetterà le richieste “deliranti” del gruppo. Nel frattempo, l’Intelligence militare di Israele, Aman, ha lanciato un avvertimento su Hamas, affermando che anche se sconfitto militarmente, il gruppo continuerà a sopravvivere come gruppo terroristico o di guerriglia senza un piano per sostituirlo al governo di Gaza.

Piano Usa-paesi arabi per la pace: la risposta di Netanyahu e l’ira della destra israeliana

Gli Stati Uniti e diversi partner arabi starebbero preparando un piano dettagliato per un accordo di pace tra Israele e i palestinesi, che includa una “cronologia precisa” per uno Stato palestinese. Tuttavia, il piano potrebbe essere contestato da Israele, in particolare dal governo di estrema destra di Netanyahu. Il portavoce dell’ufficio del primo ministro ha definito “folle” l’intenzione degli Stati Uniti e dei Paesi arabi di istituire uno Stato palestinese accanto a Israele. La destra israeliana ha reagito con rabbia alla notizia, sottolineando che un accordo del genere sarebbe un “regalo” per i palestinesi dopo il massacro del 7 ottobre. La destra israeliana ha affermato che non accetterà mai un piano che includa la creazione di uno Stato palestinese.

Israele intensifica i raid in Libano

Le Forze di Difesa israeliane hanno intensificato i raid aerei contro Hezbollah dopo i razzi lanciati dai miliziani libanesi contro il Comando settentrionale dell’IDF. Il ministro della Difesa israeliano ha affermato che ora Israele può attaccare non solo a 20 chilometri dal confine, ma anche a 50 chilometri, compresa Beirut. Tuttavia, il ministro ha sottolineato che Israele non vuole una escalation e che cerca un accordo per il ritorno sicuro dei residenti del nord alle loro case. Nel frattempo, le autorità egiziane stanno costruendo un’area murata di cemento nel deserto del Sinai vicino al confine con la Striscia di Gaza, in previsione di un’ondata di rifugiati in caso di avanzata militare israeliana nel sud della Striscia di Gaza.

Le Forze di difesa israeliane hanno iniziato a ridurre il numero dei riservisti presenti nella Striscia di Gaza, ritirando la 646esima Brigata dei paracadutisti dalla città di Khan Yunis. La situazione rimane estremamente volatile e incerta, con poche speranze di una soluzione pacifica nel breve termine.

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