Cassazione: Dare migranti a guardiacoste Tripoli è reato

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Cassazione: Dare migranti a guardiacoste Tripoli è reato - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 17 Febbraio 2024 by Redazione

Condanna confermata per il comandante dell’Asso 28: la consegna dei migranti alla guardia costiera libica è reato

La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che conferma la condanna del comandante del rimorchiatore Asso 28 per aver consegnato 101 migranti alla Guardia costiera di Tripoli nel 2018. Secondo la Corte, tale azione costituisce un reato in quanto la Libia non è considerata un “porto sicuro”. Questo verdetto ha stabilito che favorire le intercettazioni dei guardiacoste libici equivale a mettere in pericolo le persone soccorse, violando norme internazionali sui diritti umani.

  • La consegna dei migranti alla guardia costiera libica è stata considerata un’azione illecita.

  • La Libia non è considerata un luogo sicuro per il respingimento dei migranti.

  • Le intercettazioni dei guardiacoste libici sono state definite come un abbandono in stato di pericolo.

La sentenza della Corte di Cassazione: un respingimento collettivo verso un Paese non sicuro

Secondo la sentenza della Corte di Cassazione, l’episodio del 2018 in cui i migranti furono riportati in Libia costituisce un respingimento collettivo verso un Paese non ritenuto sicuro, violando la Convenzione europea per i diritti umani. Questo verdetto sottolinea l’illegalità di tali azioni e la responsabilità di garantire la sicurezza e i diritti umani delle persone soccorse in mare.

  • La sentenza ha stabilito che il respingimento dei migranti in Libia viola norme internazionali.

  • L’episodio del 2018 è stato considerato un abbandono arbitrario di persone in pericolo.

  • La Convenzione europea per i diritti umani vieta il respingimento verso Paesi non sicuri.

Luca Casarini della ong Mediterranea Saving Humans: azione legale contro il governo italiano

Luca Casarini, rappresentante della ong Mediterranea Saving Humans, ha commentato la sentenza affermando che la “guardia costiera libica” non è in grado di coordinare operazioni di soccorso rispettando i diritti umani dei naufraghi. Ha annunciato l’intenzione di avviare azioni legali contro il governo italiano e il ministro dell’Interno, contestando il decreto Piantedosi che limita le attività delle navi di soccorso civile. Inoltre, è prevista una class action contro il memorandum Italia-Libia, evidenziando la necessità di proteggere i diritti e la sicurezza delle persone in mare.

  • Luca Casarini ha criticato il coinvolgimento della guardia costiera libica nelle operazioni di soccorso.

  • È stata annunciata un’azione legale contro il governo italiano e il ministro dell’Interno.

  • La ong Mediterranea Saving Humans si impegna a difendere i diritti e la sicurezza dei migranti in mare.

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