Processo a quattro 007 egiziani per l’omicidio di Regeni: testimoni Sisi e Renzi

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Processo a quattro 007 egiziani per l'omicidio di Regeni: testimoni Sisi e Renzi - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 20 Febbraio 2024 by Redazione

Processo ai 007 egiziani per l’omicidio di Giulio Regeni

Si è aperto a Roma il processo ai quattro 007 egiziani accusati dell’omicidio di Giulio Regeni avvenuto nel gennaio 2016 al Cairo. Il procedimento potrebbe vedere come testimoni ex premier, ex ministri e funzionari che ricoprivano ruoli di rilievo nei servizi di sicurezza e alla Farnesina al momento dell’omicidio. La lista dei testimoni depositata alla Corte d’Assise include anche l’attuale presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi.

  • Tra i testimoni citati figurano l’ex premier Matteo Renzi, l’ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, l’ex responsabile della sicurezza della Repubblica Marco Minniti e altri funzionari di spicco. Anche l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, è stato chiamato a testimoniare.

Le accuse e l’assenza degli imputati

Gli imputati sono accusati, a seconda dei ruoli, di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato. Dopo un lungo iter giudiziario e l’intervento della Consulta che ha sbloccato il processo, il generale Tariq Sabir e gli altri tre imputati sono stati mandati a giudizio. Nonostante le richieste internazionali, le autorità egiziane non hanno fornito gli indirizzi necessari per notificare gli atti processuali.

  • La Consulta ha dichiarato illegittimo un articolo del codice di procedura penale che impediva il procedimento in assenza degli imputati. Questo ha permesso di superare l’ostruzionismo delle autorità egiziane e far progredire il processo.

Parte civile e richiesta di risarcimento

La Presidenza del Consiglio si è costituita parte civile nel processo, chiedendo un risarcimento di 2 milioni di euro in caso di condanna degli imputati. L’Avvocatura dello Stato ha definito l’omicidio di Giulio Regeni come un “orrendo crimine” che ha profondamente colpito la comunità nazionale per le sue motivazioni incomprensibili e le modalità crudeli con cui è stato commesso.

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