Ultimo aggiornamento il 20 Febbraio 2024 by Redazione
Indagine a San Siro: Ossicodone nel Mercato dello Spaccio
Nel quartiere San Siro di Milano, non solo cocaina e hashish, ma anche ossicodone hanno fatto parte del mercato dello spaccio, come rivela un’indagine condotta dalla procura milanese. Ieri sono state eseguite ordinanze di custodia cautelare per 21 persone, di cui 3 italiani e il resto egiziani, accusate di far parte di due associazioni dedite allo spaccio nella zona ovest della città. Le indagini, della durata di un mese e mezzo, hanno portato a galla un’organizzazione ben strutturata, con ruoli definiti e tariffe precise per i pusher. I “cavallini” guadagnavano dai 60 ai 100 euro al giorno, a seconda del turno lavorativo. Durante gli arresti, in piazza Selinunte, si è assistito a segnali acustici come fischi, urla e canzoni, utilizzati come segnali dai complici.
21 persone coinvolte
Ruoli e tariffe ben definiti
Utilizzo di segnali acustici durante gli arresti
«I due gruppi criminali, pur non essendo legati tra loro, avevano un identico modus operandi».
Modus Operandi dei Gruppi Criminali a San Siro
I due gruppi coinvolti nello spaccio di droga a San Siro agivano per tutta la giornata, soddisfacendo la richiesta di almeno 50 clienti al giorno. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dal pm milanese Rosario Ferracane e dal commissariato Bonola, i due sodalizi avevano un approccio simile nel delegare le consegne delle sostanze a “galoppini” retribuiti giornalmente con somme tra i 60 e i 100 euro, a seconda dell’incarico e dell’orario di lavoro. L’obiettivo principale era evitare di esporsi direttamente e di maneggiare la droga, mantenendo un profilo basso.
Attività svolte per tutta la giornata
Delega delle consegne a “galoppini”
Obiettivo di non esporsi direttamente
«I due gruppi criminali avevano un identico modus operandi, delegando le consegne delle sostanze a “galoppini” retribuiti giornalmente».
Basi Logistiche e Organizzazione Criminale
Il gruppo guidato da Said Shaad, 28enne egiziano, aveva come base logistica un appartamento in via Tracia, mentre l’altro gruppo, gestito dai fratelli Bakhit, egiziani di 37 e 43 anni, si appoggiava a un bar in piazza Monte Falterona. Nonostante non ci fosse un legame diretto tra i due gruppi, entrambi operavano con lo stesso approccio, cercando di minimizzare il rischio e di mantenere un’organizzazione efficiente per soddisfare la domanda di droga nella zona di San Siro.
Basi logistiche diverse per i due gruppi
Organizzazione efficiente nonostante l’assenza di legami diretti
Approccio comune per minimizzare il rischio
«L’obiettivo era quello di non esporsi mai ed evitare per quanto possibile di maneggiare lo stupefacente».