Ultimo aggiornamento il 5 Aprile 2024 by Francesca Monti
Nella vivace piazza Matteotti a Genova, sventolano striscioni con le parole “Gaza muore di fame e di malattie” e “Genocidio in corso, stop complicità”, mostrando il grido straziante dell’associazione “Sanitari per Gaza” contro la desolante realtà che affligge la Striscia di Gaza. Un toccante flash mob è stato organizzato per portare all’attenzione del mondo la grave situazione in cui gli ospedali gazzuani sono diventati obiettivo militare.
Voce della Denuncia
Paola Manduca, una genetista che ha operato a Gaza, condivide la crudeltà della distruzione che ha colpito la sanità nella regione, con la maggior parte degli ospedali ridotti in macerie. Solo tre strutture rimangono in piedi, ma con risorse limitate e capacità drasticamente ridotte. L’assedio senza pietà dell’ospedale Shifa rimane un capitolo agghiacciante, con oltre quattrocento vite stroncate e centinaia di prigionieri catturati. In piazza, i medici provenienti dal gruppo locale dei “Sanitari per Gaza” si uniscono al coro di protesta e solidarietà.
Testimoni Viventi
L’immagine raffigurata nel flash mob rappresenta fedelmente il terrore ed il coraggio di chi, indossando camici sporchi di sangue, si trova imprigionato in un inferno senza via di fuga. Esso simboleggia una lotta impari, dove i medici e il personale sanitario sono diventati prigionieri della loro stessa devozione alla cura e alla vita umana.
Il flash mob dei medici per Gaza non rappresenta solo un atto di denuncia, ma anche un grido di speranza e solidarietà per un popolo che lotta per sopravvivere in mezzo alla devastazione. È un richiamo alla coscienza universale sull’urgenza di agire e porre fine alla sofferenza e alla distruzione che minacciano di cancellare intere comunità. Grazie all’impegno e alla determinazione dei professionisti della salute, una luce di solidarietà brilla in un momento di oscurità, offrendo un raggio di speranza per un futuro più umano e compassionevole.