Ultimo aggiornamento il 25 Aprile 2024 by Giordana Bellante
Nella Casa della Resistenza di Verbania, si è dato il via ai primi test del DNA tramite tampone salivare per identificare i presunti familiari di alcuni dei 33 partigiani, finora rimasti senza nome, fucilati dai nazifascisti nel giugno del 1944 in diverse località del Verbano-Cusio-Ossola, tra cui Verbania, Baveno e Pogallo. Questa iniziativa rientra nel progetto ‘Diritto al nome, diritto alla memoria’, promosso dalla Casa della Resistenza di Verbania e dal Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università di Milano.
Il Progetto “Diritto al Nome, Diritto alla Memoria” e le Ricerche Storiche
Il progetto “Diritto al nome, diritto alla memoria” è un’iniziativa congiunta della Casa della Resistenza di Verbania e del Labanof, che si prefigge di dare finalmente un’identità ai 33 partigiani ignoti, catturati e uccisi durante il rastrellamento in Val Grande. Nei mesi precedenti, un meticoloso lavoro di ricerca storica, avviato dalla Casa della Resistenza con l’analisi degli elenchi dei dispersi redatti dalle formazioni partigiane al termine della guerra, ha permesso di individuare e contattare alcune persone considerate possibili parenti dei caduti.
Indagini Radiologiche, Antropologiche, Odontologiche e Chimiche sui Cadaveri
Parallelamente alle ricerche storiche, il Labanof, sotto la guida di Cristina Cattaneo, ha condotto approfondite indagini radiologiche, antropologiche, odontologiche e chimiche sui 33 cadaveri. Queste analisi hanno lo scopo di raccogliere informazioni preziose per facilitare il processo di identificazione e abbinare i resti ai loro parenti viventi.
‘Esame del DNA: la Prova Definitiva per l’Identificazione
‘esame del DNA, effettuato tramite tampone salivare, rappresenta la prova decisiva per giungere all’identificazione dei partigiani finora sconosciuti. Ad oggi, si sono sottoposti a questo test i presunti familiari di due dei 33 partigiani. risultati di questi esami potranno fornire risposte concrete e restituire l’identità a coloro che hanno perso la vita durante la lotta per la libertà.
‘iniziativa “Diritto al nome, diritto alla memoria” rappresenta un passo importante nella ricerca e nel riconoscimento delle vittime del nazifascismo, e contribuisce a mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la libertà e la democrazia. Grazie al lavoro congiunto di storici, antropologi e scienziati forensi, sarà possibile restituire un’identità e una storia ai 33 partigiani, onorandone il coraggio e il sacrificio.