Il Controverso Pied-à-Terre di Montecarlo: Un’Eredità Politica e Affari di Famiglia

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Il Controverso Pied-à-Terre di Montecarlo: Un'Eredità Politica e Affari di Famiglia - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 30 Aprile 2024 by Luisa Pizzardi

Un piccolo appartamento di 45 metri quadrati a Montecarlo, vicino al famoso casinò, è stato al centro di un’intricata rete di eredità politiche, affari di famiglia e indagini giudiziarie. Questa storia inizia nel 1999, quando la contessa Anna Maria Colleoni lasciò in eredità l’appartamento, tra gli altri suoi beni, ad Alleanza Nazionale, allora guidata da Gianfranco Fini.

‘Eredità Politica e la Vendita Controversa

“Dal Congresso di Fiuggi alla Vendita del Pied-à-Terre”

Sottotitolo: “La Transizione di Alleanza Nazionale e l’Inizio della Controversia”

Gianfranco Fini, il ‘delfino’ di Giorgio Almirante, ha cercato una nuova legittimazione per la destra italiana attraverso il Congresso di Fiuggi. Tuttavia, nel giugno 2008, il piccolo appartamento di Montecarlo, che era stato parte dell’eredità di Alleanza Nazionale, finì nelle mani di Giancarlo Tulliani, il fratello di Elisabetta, la compagna di Fini.

La compravendita fu portata a termine per un prezzo irrisorio di 300mila euro attraverso una società off-shore riconducibile a Giancarlo Tulliani, la Printemps. Pochi mesi dopo, la Printemps ‘cedette’ l’appartamento a 330mila euro alla Timara, società riconducibile a Elisabetta Tulliani. Questa serie di transazioni attirò l’attenzione del ‘Giornale’ berlusconiano, che iniziò a far emergere questi affari di famiglia all’ombra di Fini.

La Campagna Mediatica e le Indagini Giudiziarie

“La ‘Casa di Montecarlo’ e la Rottura con Berlusconi”

Sottotitolo: “Le Accuse, le Difese e le Indagini”

La campagna mediatica nota come il tormentone della ‘casa di Montecarlo‘ iniziò alla fine di luglio del 2010 ed era preceduta dalla rottura, ad aprile, tra Fini e Silvio Berlusconi. Fini, che era in disaccordo con gli attacchi alla magistratura del Pdl, fu messo fuori dal Popolo della Libertà.

Fini reagì declassando tutto a ‘macchina del fango’, sostenendo che il cognato aveva affittato quella casa a sua insaputa e promettendo le sue dimissioni se si fosse provato che Tulliani era il vero proprietario dell’appartamento. Tuttavia, l’inchiesta per truffa avviata dalla Procura di Roma nel 2010 si chiuse con un’archiviazione, poiché una perizia immobiliare non bastò a stabilire responsabilità certe nella ‘cessione’ del bilocale.

La Vendita Finale e le Conseguenze Politiche

“‘Ultima Vendita e l’Evasione Fiscale”

Sottotitolo: “Il Tramonto di Fini e la Condanna”

Nel 2015, l’appartamentino fu venduto per circa un milione e 250mila euro a un acquirente sconosciuto. Tuttavia, i magistrati romani riaccendono i riflettori sulla vicenda nel 2017, indagando su una grande evasione fiscale di circa 85 milioni di euro provenienti dai giochi delle slot, che sarebbe stata orchestrata dal ‘dominus’ Francesco Corallo.

La Procura ricostruì i trasferimenti di denaro da Corallo alle società schermo dei Tulliani, affermando che Tulliani avrebbe “saldato” il prezzo d’occasione pagato ad An per il bilocale, mentre metà dei soldi incassati rivendendolo erano finiti sui conti di Giancarlo ed Elisabetta Tulliani. A marzo 2023, Corallo uscì dal processo per prescrizione.

Secondo i pm, Fini aveva piena consapevolezza che la compravendita era stata concordata tra Corallo e i Tulliani. Questa è l’accusa per la quale l’ex presidente della Camera è stato condannato a due anni e otto mesi. Nel frattempo, la formazione di FiniFuturo e Libertà – ha subito un flop alle elezioni politiche del febbraio 2013, non riuscendo nemmeno a raggiungere lo 0,5%. Questo segna il tramonto della carriera politica di Fini.

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