Papa Francesco a Verona: Un abbraccio di pace tra Israele e Palestina e un appello per i detenuti

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Papa Francesco a Verona: Un abbraccio di pace tra Israele e Palestina e un appello per i detenuti - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 18 Maggio 2024 by Giordana Bellante

Il 7 ottobre, due uomini, uno israeliano e uno palestinese, hanno perso i loro cari a causa del conflitto che da decenni insanguina la loro terra. Ma non hanno perso la speranza di essere amici. Questo è stato il gesto più significativo della visita di papa Francesco a Verona, città che lo ha accolto in nome della pace e della giustizia.

‘abbraccio di pace tra Israele e Palestina

Sul palco dell’Arena di Verona, durante l’incontro ‘Arena di Pace’, sono saliti Maoz Inon, al quale sono stati uccisi i genitori da Hamas, e Aziz Sarah, al quale l’esercito israeliano ha ucciso il fratello. Davanti a 12.500 persone, hanno spezzato le catene dell’odio e si sono abbracciati. “Crediamo che la pace sia la più grande impresa da realizzare. Non ci può essere pace senza un’economia di pace. Un’economia che non uccide. Un’economia di giustizia”, hanno detto.

Al loro discorso è seguita una standing ovation e l’abbraccio assieme a papa Francesco. “Credo che davanti alle sofferenze di questi due fratelli, che è la sofferenza di due popoli, non si può dire nulla. Loro hanno avuto il coraggio di abbracciarsi. E questo non solo è coraggio, è testimonianza di volere la pace, ma anche è un progetto di futuro: abbracciarsi”, ha detto il Pontefice.

Papa Francesco ha quindi chiesto di fare silenzio e di pregare dentro di sé, per fare qualcosa per far finire queste guerre. “La pace non sarà mai frutto della diffidenza, dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri. Dice San Paolo: ‘Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato’. Non seminiamo morte, distruzione, paura. Seminiamo speranza!”, ha esortato.

‘appello per i detenuti

Un altro momento significativo della giornata di Francesco è stata la visita e il pranzo con i detenuti e gli operatori della casa circondariale di Montorio. Il penitenziario si è colorato di gioia e di speranza, a partire dall’accoglienza festosa nel cortile interno.

“Dio perdona sempre e perdona tutto. Voglio dirvi che vi sono vicino e rinnovo l’appello, specialmente a quanti possono agire in questo ambito, affinché si continui a lavorare per il miglioramento della vita carceraria”, ha detto papa Francesco.

Ricordando i recenti suicidi, proprio a Verona, ha esortato i detenuti a non cedere allo sconforto. “La vita è sempre degna di essere vissuta e c’è sempre speranza per il futuro, anche quando tutto sembra spegnersi”, ha detto.

La giornata di papa Francesco a Verona è iniziata con l’incontro con i sacerdoti e i religiosi, nella basilica di San Zeno. Ai preti, ha rivolto un monito speciale, nel sacramento della Penitenza: “Per favore, perdonate tutto! Perdonate tutto. E quando la gente va a confessarsi, non andate lì a inquisire. Non torturate i penitenti”.

Sul sagrato, ha invitato i bambini e i ragazzi a “essere un segno di pace, insieme”. E alla Messa conclusiva allo stadio Bentegodi, davanti a 31mila fedeli, andando a braccio, ha ribadito ancora una volta in chiave spirituale: “Tutti noi abbiamo bisogno dell’armonia, tutti noi abbiamo bisogno che lo Spirito ci dia armonia, nella nostra anima, nella famiglia, nella città, nella società, nel posto”.

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