Ultimo aggiornamento il 19 Maggio 2024 by Giordana Bellante
Il viaggio di Chico Forti dal carcere americano a quello di Verona
‘arrivo a Pratica di Mare e il trasferimento a Rebibbia
Chico Forti ha lasciato la prigione di Miami, dove era detenuto, lo scorso 12 dicembre. Dopo un lungo viaggio in aereo, è atterrato nella base militare di Pratica di Mare, vicino a Roma, dove è stato preso in consegna dalle autorità italiane. Qui, Forti ha trascorso alcune ore per le necessarie procedure di identificazione e di trasferimento.
Successivamente, è stato accompagnato nel carcere di Rebibbia, sempre a Roma, dove è stato sottoposto a ulteriori controlli e visite mediche. In questo istituto penitenziario, Forti ha trascorso una sola notte, in quanto era già stato deciso il suo trasferimento nel carcere di Verona, sua città natale.
Il trasferimento a Verona e l’accoglienza nel carcere
La mattina successiva, Chico Forti ha lasciato il carcere di Rebibbia per dirigersi verso Verona. Il viaggio, effettuato in auto e scortato dalle forze dell’ordine, è durato alcune ore. Giunto a destinazione, Forti è stato accolto nel penitenziario di Montorio, dove ha iniziato a scontare la sua pena.
Il carcere di Verona, che ospita circa 600 detenuti, è considerato uno dei più moderni e funzionali d’Italia. Qui, Forti ha a disposizione una cella singola, con bagno e doccia privati, e può usufruire di diversi servizi, come la biblioteca, la palestra e il laboratorio di falegnameria. Inoltre, può ricevere visite da parenti e amici, e fare colloqui telefonici.
La vita di Chico Forti nel carcere di Verona: tra speranze, progetti e difficoltà
Le condizioni di salute e la riabilitazione
Chico Forti, dopo 24 anni di carcere negli USA, presenta diversi problemi di salute, sia fisici che psicologici. In particolare, soffre di diabete, di ipertensione e di disturbi dell’umore e della memoria. Per questo motivo, nel carcere di Verona è seguito costantemente da un’equipe medica e psicologica, che si occupa della sua riabilitazione e della sua cura.
Forti ha anche iniziato a frequentare un corso di alfabetizzazione informatica, per imparare a usare il computer e internet, strumenti che potranno essergli utili per il suo futuro. Inoltre, ha espresso il desiderio di partecipare a dei corsi di formazione professionale, per acquisire nuove competenze e prepararsi al reinserimento nella società.
rapporti con gli altri detenuti e con il personale del carcere
Chico Forti, nel carcere di Verona, si è subito distinto per la sua educazione e la sua disponibilità verso gli altri. In particolare, ha instaurato un buon rapporto con i suoi compagni di cella, con i quali condivide momenti di svago e di conversazione. Inoltre, ha dimostrato di sapersi relazionare in modo positivo anche con il personale del carcere, come le guardie, gli educatori e gli operatori sanitari.
Tuttavia, la vita in carcere non è facile, e Forti deve fare i conti con diverse difficoltà e limitazioni. In particolare, soffre la lontananza dai suoi affetti, come la madre e la sorella, che vivono ancora a Trento. Inoltre, si sente spesso frustrato e demotivato, a causa della sua condizione di detenuto e della sua incapacità di dimostrare la propria innocenza.
Le prospettive per il futuro e la ricerca della giustizia
Chico Forti, nonostante le difficoltà, guarda al futuro con speranza e determinazione. In particolare, ha espresso il desiderio di poter un giorno tornare a vivere a Trento, la sua città natale, e di poter riprendere a praticare il windsurf, la sua grande passione. Inoltre, continua a lottare per la giustizia, e spera che un giorno possa esserci una revisione del suo processo, che possa finalmente dimostrare la sua innocenza.
Per questo motivo, Forti è sostenuto da diverse associazioni e comitati, che si battono per i diritti umani e per la giustizia. Inoltre, è seguito da un’equipe di avvocati, che stanno lavorando per presentare una nuova richiesta di revisione del processo, sulla base di nuove prove e testimonianze. La speranza è che, un giorno, Chico Forti possa finalmente essere libero, e poter ricominciare a vivere la sua vita, con dignità e serenità.