Arresto in Colombia di Marco Di Nunzio: accuse di falso testamento e tentata estorsione ai danni dei figli di Berlusconi

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Arresto in Colombia di Marco Di Nunzio: accuse di falso testamento e tentata estorsione ai danni dei figli di Berlusconi - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 23 Maggio 2024 by Luisa Pizzardi

Contesto: Un imprenditore torinese residente in Colombia, Marco Di Nunzio, è stato arrestato dalle autorità colombiane su richiesta della Procura di Milano per accuse di falso testamento e tentata estorsione ai danni dei figli di Silvio Berlusconi.

“Il fantomatico testamento colombiano di Berlusconi”

Le accuse di falso testamento e tentata estorsione ai danni dei figli del Cavaliere

Le autorità colombiane hanno arrestato Marco Di Nunzio, imprenditore torinese residente in Colombia, su richiesta della Procura di Milano per accuse di falso testamento e tentata estorsione ai danni dei figli di Silvio Berlusconi. Secondo le indagini, Di Nunzio avrebbe pubblicato un testamento in cui sosteneva che Berlusconi gli avrebbe destinato 26 milioni di euro, uno yacht, le ville ad Antigua e il 2% di Fininvest.

Nelle scorse ore, mentre Di Nunzio è stato arrestato a Cartagena, la Procura di Milano gli ha notificato, attraverso l’ambasciata italiana in Colombia, l’avviso di conclusione indagini. Grazie allo scambio di informazioni tra le autorità italiane e colombiane, Di Nunzio è stato anche arrestato dall’autorità giudiziaria colombiana per i presunti falsi commessi in quel Paese, tra cui quello sul testamento, denunciato anche da una notaia di Cartagena.

Dall’inchiesta è emerso che Di Nunzio avrebbe formato tre diversi falsi testamenti olografi, sottoscritti il 21 settembre 2021 nell’ufficio della Notaria Primera di Cartagena – Bolivar, con cui veniva disposto in suo favore il lascito di “liquidità, quote societarie, imbarcazioni ed immobili”. Di Nunzio, dopo aver mandato numerose diffide agli eredi, avrebbe tentato di depositare i primi due testamenti all’Archivio notarile di Milano, e poi avrebbe formato un terzo testamento in cui, rispetto ai precedenti, venivano rimosse la sua firma e la dicitura “erede universale”. Testamento che depositò, nell’estate dello scorso anno, presso un notaio di Napoli. E lo avrebbe usato per diffidare ancora gli eredi, ossia i cinque figli di Berlusconi che lo hanno denunciato col legale Giorgio Perroni, e per promuovere un ricorso di sequestro giudiziale dei beni, non accolto dal Tribunale di Milano.

“Le minacce di Di Nunzio e le indagini della Procura di Milano”

Le indagini della Guardia di Finanza e le accuse di tentata estorsione

Durante una puntata di Report dell’ottobre scorso, Di Nunzio avrebbe minacciato di diffondere fantomatica documentazione su Berlusconi e di intentare una causa per ottenere l’eredità, a meno che gli eredi avessero provveduto a dargli una somma “a saldo e stralcio”. Da qui anche l’accusa di tentata estorsione.

Nelle indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, ci sono stati sequestri presso il notaio, l’ascolto di testi, tra cui Marta Fascina, per ricostruire dove si trovasse Berlusconi nel giorno della firma del testamento “colombiano”, una rogatoria internazionale per acquisire le dichiarazioni della notaia colombiana e della attestatrice delle traduzioni dei testamenti e l’acquisizione di copia degli atti della causa civile. Dalle indagini è emerso che Berlusconi in quei giorni di fine settembre non era in Colombia, ma ad Arcore.

Per i pm, l’imprenditore avrebbe tentato di “coartare” la “autonomia” dei figli del Cavaliere sull’eredità del padre e di avere semmai anche una somma per tacitare le sue pretese.

La vicenda del fantomatico testamento colombiano di Berlusconi ha suscitato grande scalpore in Italia e in Colombia, con accuse gravissime nei confronti di Marco Di Nunzio. Le indagini della Procura di Milano e della Guardia di Finanza hanno portato all’arresto dell’imprenditore torinese residente in Colombia, accusato di falso testamento e tentata estorsione ai danni dei figli di Silvio Berlusconi. Le autorità italiane e colombiane stanno continuando a collaborare per fare piena luce sulla vicenda e assicurare alla giustizia il responsabile di questi gravi reati.

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