Ultimo aggiornamento il 25 Maggio 2024 by Francesca Monti
Giuliano Giuliani, il portiere che ha difeso la porta del Napoli durante l’era di Diego Armando Maradona, è stato il primo calciatore a contrarre l’Aids. La sua morte, avvenuta quando aveva solo 38 anni, è stata avvolta nel silenzio e nella solitudine, nonostante la sua brillante carriera e i traguardi raggiunti.
La scoperta della malattia e la confessione alla moglie
Giuliano Giuliani ha scoperto di essere sieropositivo durante una visita di routine. La notizia ha sconvolto la sua vita e quella della sua famiglia, in particolare di sua moglie Raffaella Del Rosario, che ha raccontato la sua storia in un’intervista al Corriere della Sera. “Quando mi confessò di essere sieropositivo, nostra figlia aveva un anno e mezzo. La mia vita precipitò nel buio”, ha dichiarato Raffaella.
La separazione e la lotta per la custodia della figlia
Dopo la scoperta della malattia, Raffaella ha deciso di separarsi da Giuliano e di trasferirsi a Napoli con la loro figlia. “Lui mi ha fatto causa, mi ha tagliato ogni contributo e ha chiesto l’affidamento della bambina. Io a Napoli ho ricominciato a lavorare. Ma non erano più i tempi allegri dello scudetto”, ha raccontato Raffaella.
‘addio al celibato di Maradona e la notte che ha cambiato tutto
Secondo quanto riferito da un collega di Giuliani, che non vuole essere nominato, il portiere ha contratto l’Aids durante l’addio al celibato di Diego Armando Maradona. “Quella sera Diego aveva organizzato un addio al celibato a suo modo, c’erano quattordici ragazzi e 42 ragazze. Giuliano fu visto tornare in albergo alle cinque di mattina, quella sera si è giocato la vita”, ha dichiarato il collega.
La lotta per la vita e la morte solitaria
Giuliano Giuliani ha lottato per curarsi e per trovare una cura per la sua malattia. Si è trasferito a Bologna e ha trovato una nuova compagna, ma quando la malattia si è aggravata, anche lei lo ha lasciato. “Lui non aveva nessuno, se non gli zii che avevano cresciuto lui e suo fratello, morto dopo una vita complicata. Giuliano non immaginava di morire”, ha raccontato Raffaella.
Il funerale senza nessuno e l’oblio
Durante la malattia e anche dopo la morte, Giuliano Giuliani è stato trattato come un appestato. “Il giorno dei suoi funerali non venne nessuno dei suoi compagni del Napoli o del Verona. Non un telegramma, una corona di fiori. Niente, Giuliano Giuliani era buono per parare i rigori, non meritava un atto di solidarietà”, ha dichiarato Raffaella.
La figlia e la scoperta della verità
La figlia di Giuliano Giuliani, Gessica, ha scoperto la verità sulla morte di suo padre solo a 18 anni, su Internet. “Lei, a diciotto anni, lo ha scoperto su Internet e, per questo, ha pagato un prezzo molto alto”, ha raccontato Raffaella.
La storia di Giuliano Giuliani è una storia di sofferenza, solitudine e oblio, ma anche di coraggio e determinazione. Nonostante la sua morte prematura e la mancanza di sostegno da parte dei suoi compagni e del mondo del calcio, Giuliani ha lottato fino alla fine per curarsi e per trovare una cura per la sua malattia. La sua storia rappresenta un monito per tutti coloro che ancora oggi sono vittime di discriminazione e pregiudizio a causa dell’Aids.