Condanna per l’ex direttore sanitario lombardo: ostacolò la fine delle sofferenze di Eluana Englaro

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Condanna per l'ex direttore sanitario lombardo: ostacolò la fine delle sofferenze di Eluana Englaro - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 3 Giugno 2024 by Francesca Monti

Contesto: La Corte dei Conti ha recentemente condannato in appello l’ex direttore generale della Sanità della Lombardia, Carlo Lucchina, a risarcire all’erario circa 175 mila euro. Questa sentenza arriva a seguito della decisione di Lucchina di impedire l’interruzione del trattamento che manteneva in vita Eluana Englaro, donna rimasta in stato vegetativo irreversibile per 17 anni. Beppino Englaro, padre di Eluana, ha commentato la decisione della Corte con l’ANSA, sottolineando come la condotta di Lucchina abbia ostacolato il rispetto della legalità e dei diritti della figlia.

La storia di Eluana Englaro e la battaglia del padre per il rispetto dei suoi diritti

Eluana Englaro è morta il 9 febbraio 2009, all’età di 39 anni, dopo aver trascorso 17 anni in stato vegetativo irreversibile a seguito di un incidente stradale. La sua storia ha fatto scalpore in Italia e all’estero, diventando un simbolo della battaglia per il rispetto dei diritti dei malati terminali e per l’eutanasia. Beppino Englaro, padre di Eluana e suo tutore legale, ha lottato per anni affinché la figlia potesse morire con dignità, interrompendo il trattamento che la manteneva in vita.

‘ostacolo dell’ex direttore sanitario lombardo e la condanna della Corte dei Conti

Tuttavia, la battaglia di Beppino Englaro non è stata facile. ‘ex direttore generale della Sanità della Lombardia, Carlo Lucchina, ha infatti ostacolato la possibilità di interrompere il trattamento di Eluana, basandosi su una “concezione personale ed etica del diritto alla salute”. Questa decisione ha costretto Beppino Englaro a trasferire la figlia in una struttura sanitaria in Friuli, dove è poi morta.

La Corte dei Conti ha recentemente condannato Lucchina a risarcire all’erario circa 175 mila euro, ovvero la somma che la Regione Lombardia aveva dovuto pagare a Beppino Englaro come risarcimento per i danni subiti a causa dell’ostruzionismo di Lucchina. Beppino Englaro ha commentato la decisione della Corte con l’ANSA, sottolineando come la condotta di Lucchina sia stata illegale e lesiva dei diritti della figlia.

Le parole di Beppino Englaro: “Ho agito nella legalità, chi ha ostacolato se la vede ora”

Beppino Englaro ha dichiarato all’ANSA: “Loro hanno ostacolato, io ho agito nella legalità, chi ha ostacolato se la vede ora. Sapevo di avere un diritto ed era chiaro che lo ostacolavano, tanto che sono dovuto uscire dalla regione. Ora sono problemi loro, io giustizia me la sono dovuta fare da me, sempre nella legalità e nella società, loro hanno commesso qualcosa che non dovevano commettere. Per me era tutto chiaro anche allora, li ho dovuti ignorare e andare per la mia strada”.

La sentenza della Corte dei Conti: un passo avanti per il rispetto dei diritti dei malati terminali

La sentenza della Corte dei Conti rappresenta un passo avanti importante per il rispetto dei diritti dei malati terminali in Italia. La decisione di condannare Lucchina dimostra come l’ostruzionismo e l’abuso di potere non possano essere tollerati, soprattutto quando si tratta di questioni delicate come la fine della vita.

Le conseguenze della condanna per Lucchina e per la Regione Lombardia

La condanna di Lucchina avrà conseguenze importanti non solo per lui, ma anche per la Regione Lombardia. La somma di 175 mila euro che Lucchina dovrà risarcire all’erario rappresenta infatti una perdita significativa per la Regione, che aveva dovuto pagare questa somma a Beppino Englaro come risarcimento per i danni subiti a causa dell’ostruzionismo di Lucchina.

Inoltre, la condanna di Lucchina potrebbe avere conseguenze anche sulla sua carriera professionale. ‘ex direttore generale della Sanità della Lombardia potrebbe infatti essere sospeso dall’ordine dei medici o subire altre sanzioni disciplinari a seguito della sentenza della Corte dei Conti.

La battaglia per l’eutanasia in Italia: un percorso ancora lungo e difficile

La storia di Eluana Englaro e la condanna di Lucchina rappresentano un importante passo avanti per il rispetto dei diritti dei malati terminali in Italia. Tuttavia, la battaglia per l’eutanasia nel nostro Paese è ancora lunga e difficile.

Nonostante l’approvazione della legge sul testamento biologico nel 2017, infatti, l’eutanasia rimane illegale in Italia. Questo significa che i malati terminali non possono richiedere l’interruzione del trattamento che li mantiene in vita, anche se soffrono di dolori insopportabili e non hanno più speranze di guarigione.

La battaglia per l’eutanasia in Italia richiede quindi ancora molti sforzi e molta determinazione. La storia di Eluana Englaro e la condanna di Lucchina rappresentano tuttavia un importante esempio di come la legge e la giustizia possano essere utilizzate per tutelare la dignità e i diritti dei più vulnerabili, nonostante gli ostacoli e le resistenze che si possono incontrare lungo il cammino.

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