Ultimo aggiornamento il 3 Giugno 2024 by Giordana Bellante
La donna americana, assolta definitivamente per l’omicidio di Meredith Kercher, affronta ora l’accusa di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba
Amanda Knox, la donna americana che è stata al centro di uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi anni, tornerà in aula a Firenze il 5 giugno per difendersi dall’accusa di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. La Knox, che è stata definitivamente assolta per l’omicidio di Meredith Kercher, spera di poter finalmente scagionare il suo nome dalle false accuse che ancora gravano su di lei.
La vicenda giudiziaria che vede coinvolta Amanda Knox risale al 2007, quando la studentessa americana venne arrestata a Perugia insieme al suo fidanzato dell’epoca, Raffaele Sollecito, per l’omicidio di Meredith Kercher, una studentessa inglese che condivideva l’appartamento con la Knox. Dopo un processo che ha fatto molto discutere, la Knox e Sollecito vennero condannati in primo grado, per poi essere assolti in appello e scarcerati. Tuttavia, la Corte di Cassazione annullò la sentenza di assoluzione e dispose un nuovo processo, celebrato a Firenze, che si concluse con una nuova condanna. La Suprema Corte, tuttavia, annullò definitivamente la condanna senza rinvio, rendendo definitiva l’assoluzione per la Knox e Sollecito.
Ma la vicenda giudiziaria di Amanda Knox non si è conclusa con l’assoluzione per l’omicidio di Meredith Kercher. La donna americana è ora accusata di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, il proprietario del pub in cui la Knox lavorava come cameriera a Perugia. Secondo l’accusa, la Knox avrebbe mentito durante le fasi dell’arresto, accusando ingiustamente Lumumba del delitto. La Corte di Cassazione ha annullato la condanna a tre anni inflitta alla Knox per calunnia, rinviando il procedimento per valutare la configurabilità del reato in relazione solo al memoriale scritto dalla donna americana in questura a Perugia.
Amanda Knox, che ha sempre sostenuto la sua estraneità ai fatti, ha deciso di tornare in Italia per partecipare all’udienza della Corte d’assise d’appello di Firenze, che dovrà stabilire se sia responsabile di calunnia nei confronti di Lumumba. “Il 5 giugno entrerò nella stessa aula del tribunale dove sono stata ricondannata per un crimine che non ho commesso, questa volta per difendermi ancora una volta,” ha scritto la Knox sui social media. “Augurami buona fortuna. Crepi il lupo!“
La procura generale di Firenze ha chiesto la conferma della condanna per la Knox, che ha già scontato quasi quattro anni di carcere prima di essere assolta in appello. Tuttavia, i difensori della donna americana, gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati, sostengono che la Knox sia una vittima della violazione dei suoi diritti di difesa e del processo mediatico che ha circondato il caso. Secondo loro, la Knox dovrebbe essere assolta anche dall’accusa di calunnia.
Il processo a Amanda Knox per calunnia si preannuncia quindi molto complesso e articolato. La donna americana, che ha sempre sostenuto la sua innocenza, spera di poter finalmente chiudere questa vicenda giudiziaria e tornare alla sua vita negli Stati Uniti. La Corte d’assise d’appello di Firenze dovrà valutare le prove e le argomentazioni delle parti, per stabilire se la Knox sia responsabile di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba.
Il processo a Amanda Knox per calunnia: le argomentazioni delle parti
La procura chiede la conferma della condanna, la difesa sostiene che la Knox sia una vittima della violazione dei suoi diritti di difesa
Il processo a Amanda Knox per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba entra nel vivo. La Corte d’assise d’appello di Firenze dovrà stabilire se la donna americana, assolta definitivamente per l’omicidio di Meredith Kercher, sia responsabile di calunnia nei confronti del proprietario del pub in cui lavorava come cameriera a Perugia.
La procura generale di Firenze ha chiesto la conferma della condanna a tre anni inflitta alla Knox in primo grado, già scontata con i quasi quattro anni passati in carcere prima di essere assolta in appello. Secondo l’accusa, la Knox avrebbe mentito durante le fasi dell’arresto, accusando ingiustamente Lumumba del delitto. In particolare, la procura fa riferimento al memoriale scritto dalla Knox in questura a Perugia, in cui la donna americana avrebbe accusato esplicitamente Lumumba di essere l’autore del delitto.
Tuttavia, la difesa della Knox, rappresentata dagli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati, sostiene che la donna americana sia una vittima della violazione dei suoi diritti di difesa e del processo mediatico che ha circondato il caso. Secondo i difensori, la Knox non avrebbe mentito, ma avrebbe semplicemente riportato le pressioni psicologiche subite durante l’interrogatorio in questura. Inoltre, gli avvocati sostengono che il memoriale scritto dalla Knox non possa essere considerato come prova di colpevolezza, in quanto non sarebbe stato redatto in presenza di un avvocato e non sarebbe stato sottoposto a verifica incrociata con altre fonti di prova.
La difesa della Knox punta quindi sull’assoluzione, sostenendo che la donna americana sia stata vittima di un errore giudiziario e che non ci siano prove sufficienti per sostenere l’accusa di calunnia. Inoltre, i difensori fanno riferimento alla sentenza di assoluzione definitiva per l’omicidio di Meredith Kercher, che avrebbe dimostrato l’innocenza della loro assistita.
La Corte d’assise d’appello di Firenze dovrà quindi valutare le argomentazioni delle parti, per stabilire se la Knox sia responsabile di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. La decisione della Corte sarà importante non solo per la Knox, ma anche per il sistema giudiziario italiano, che dovrà dimostrare di essere in grado di garantire un processo equo e imparziale.
La vicenda giudiziaria di Amanda Knox è stata oggetto di grande attenzione mediatica, sia in Italia che all’estero. La donna americana è stata al centro di un caso giudiziario molto complesso, che ha visto l’alternarsi di condanne e assoluzioni, di prove e controprove, di accuse e difese. La Knox, che ha sempre sostenuto la sua innocenza, spera ora di poter finalmente chiudere questa vicenda giudiziaria e tornare alla sua vita negli Stati Uniti. Il processo per calunnia sarà quindi l’ultimo atto di una vicenda lunga e dolorosa, che ha segnato profondamente la vita della donna americana.