Ultimo aggiornamento il 5 Giugno 2024 by Luisa Pizzardi
Contesto: Un uomo di 31 anni, di origini pachistane, si è tolto la vita ieri sera nel carcere romano di Regina Coeli, dove era in attesa di giudizio per rapina e lesioni. La notizia è stata diffusa dalla Uilpa Polizia Penitenziaria, che ha denunciato la grave situazione in cui versa il sistema carcerario italiano e la mancanza di interesse da parte della politica.
Prima parte: La tragedia di Regina Coeli e il dramma del sovraffollamento carcerario
Sottotitolo: Il caso del detenuto pachistano e la denuncia della Uilpa Polizia Penitenziaria
Il suicidio del detenuto pachistano a Regina Coeli è l’ultimo di una lunga serie di tragici eventi che hanno colpito le carceri italiane nel 2023. Secondo la Uilpa Polizia Penitenziaria, si tratta del 39esimo suicidio di un detenuto dall’inizio dell’anno, una cifra sconcertante che evidenzia la gravità della situazione in cui versa il sistema carcerario italiano.
Il carcere di Regina Coeli è l’emblema di questa crisi: con circa 1.140 detenuti presenti a fronte di una capienza di 628 posti regolamentari, la struttura è sovraffollata al 130%. Inoltre, gli agenti di polizia penitenziaria in servizio sono poco più di 300, quando ne servirebbero almeno il doppio.
La Uilpa ha denunciato la “spirale di morte senza precedenti” che investe il carcere e il “sostanziale disinteresse della politica prevalente”. Il segretario del sindacato, Gennarino De Fazio, ha sottolineato come la situazione delle carceri invalidi il percorso prioritario della giustizia penale e come la politica non sembri interessarsi compiutamente alla questione, nonostante le ripetute denunce e richieste di intervento.
Seconda parte: ‘allarme lanciato dalla Uilpa e le richieste al Governo Meloni e al Ministro della Giustizia Nordio
Sottotitolo: Il mix esplosivo di sovraffollamento, carenza di organico e assistenza sanitaria inadeguata
La Uilpa ha evidenziato come il sovraffollamento detentivo, la penuria di organici della Polizia penitenziaria e l’enorme problema dell’assistenza sanitaria e psichiatrica costituiscano un “mix esplosivo” all’interno delle carceri italiane. Mentre nel Paese si dibatte delle liste d’attesa nella sanità, nelle carceri la situazione è ben peggiore.
Il sindacato ha rinnovato la sua richiesta al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al Governo Meloni di prendere atto dell’emergenza senza precedenti e di varare un decreto-legge per consentire il deflazionamento della densità detentiva, assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria, il rafforzamento della formazione e il potenziamento della sanità inframuraria. Inoltre, ha chiesto al Governo e al Parlamento di avviare riforme strutturali e riorganizzative.
La situazione nelle carceri italiane è drammatica e richiede un intervento urgente e deciso da parte delle istituzioni. La tragedia di Regina Coeli e il suicidio del detenuto pachistano sono l’ultimo di una lunga serie di eventi che hanno messo in luce la gravità della situazione e la necessità di agire al più presto per evitare ulteriori vittime.