Ultimo aggiornamento il 6 Giugno 2024 by Francesca Monti
Un nuovo episodio di violenza sessuale ha scosso la capitale lo scorso 8 maggio. Una studentessa è stata avvicinata da un uomo alla fermata dell’autobus in via della Magliana, il quale, con la scusa di chiedere informazioni stradali, l’ha convinta a salire in macchina. La ragazza, utilizzando un’app di mappe stradali, ha fornito le indicazioni richieste, ma l’uomo, mostrandole il cellulare scarico, l’ha invitata a salire in auto per accompagnarlo.
La vittima costretta a subire una violenza, l’arresto del 39enne
La giovane, presa di sorpresa e vedendo l’uomo in serie difficoltà, è salita in macchina. A quel punto, il 39enne ha preso il suo cellulare, fingendo di fare una telefonata, e ha iniziato a farle avances insistenti. La studentessa è stata poi portata in una zona isolata e costretta a subire una violenza. Solo dopo, l’uomo le ha restituito lo smartphone e l’ha riaccompagnata nei pressi di Villa Bonelli.
Gli investigatori del Distretto San Giovanni hanno avviato indagini sulla base delle informazioni fornite dalla vittima, vagliando le immagini del sistema di videosorveglianza presenti sul tragitto percorso dall’uomo. In sede di denuncia, la ragazza ha riconosciuto l’aggressore in un album fotografico mostratole dalla polizia. ‘uomo, un 39enne romano di nome Simone Borgese, è stato rintracciato e identificato, e per lui l’Autorità Giudiziaria ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Il passato di Borgese: violenza e rapina ai danni di una tassista nel 2015
Ma la storia di Simone Borgese non inizia qui. Nel 2015, l’uomo aveva già commesso un altro atroce crimine, abusando di una tassista alla fine di una corsa dopo averla stordita con un pugno in faccia. La donna fu in grado di fornire un dettagliato identikit dello stupratore e Borgese fu catturato pochi giorni dopo. Al gip confessò di essere stato lui e ai giudici del Riesame disse di essere “pentito di tutto quello che ho fatto”.
Il passato di Borgese: violenza e rapina ai danni di una tassista nel 2015
Ma la storia di Simone Borgese non inizia qui. Nel 2015, l’uomo aveva già commesso un altro atroce crimine, abusando di una tassista alla fine di una corsa dopo averla stordita con un pugno in faccia. La donna fu in grado di fornire un dettagliato identikit dello stupratore e Borgese fu catturato pochi giorni dopo. Al gip confessò di essere stato lui e ai giudici del Riesame disse di essere “pentito di tutto quello che ho fatto”.
‘agghiacciante serialità di Borgese: due abusi a distanza di nove anni
Entrambi gli abusi si sono consumati l’8 maggio, a distanza di nove anni l’uno dall’altro. ‘è anche la scelta della data nell’agghiacciante serialità di Borgese. ‘abuso della tassista, infatti, avvenne l’8 maggio del 2015: Borgese fermò il taxi in strada, simulò una corsa per Fiumicino, ma poi fece cambiare itinerario più volte alla donna per finire in una zona isolata di Ponte Galeria, dove la picchiò e la violentò.
La madre di Borgese: ‘Mio figlio ha avuto una vita difficile’
La madre di Borgese, in un’intervista rilasciata dopo l’arresto del figlio, disse che lui “doveva pagare” ma rifiutò l’etichetta di mostro: “Ha avuto una vita difficile -disse- è figlio di un padre alcolizzato, un violento con il quale ha vissuto da quando me ne sono andata via di casa nel 2005, stanca di essere picchiata e maltrattata ogni giorno”.
‘arresto di Simone Borgese ha riportato alla luce una storia agghiacciante di violenza e abuso, che ha sconvolto la comunità romana e lasciato una scia di dolore e sofferenza. La speranza è che la giustizia possa fare il suo corso e che episodi come questo non si ripetano più in futuro.