Condannato a 4 anni il 33enne responsabile del devastante incendio di Ghilarza del 2021

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Condannato a 4 anni il 33enne responsabile del devastante incendio di Ghilarza del 2021 - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 10 Giugno 2024 by Luisa Pizzardi

Contesto: Un uomo di 33 anni è stato condannato a quattro anni di reclusione dal giudice monocratico del Tribunale di Oristano per aver appiccato un incendio boschivo doloso che ha devastato 130 ettari di territorio a Ghilarza il 7 luglio 2021.

“‘incendio di Ghilarza: una tragedia ambientale”

130 ettari di territorio devastati dalle fiamme

Il 7 luglio del 2021, un incendio boschivo doloso ha devastato 130 ettari di territorio a Ghilarza, in provincia di Oristano. Le fiamme, alimentate dal forte vento di libeccio e dalle alte temperature, fino a 39 gradi, hanno lambito strade, aziende agricole e distrutto boschi e pascoli. Solo il giorno dopo, grazie all’intervento di 120 tra forestali, vigili del fuoco, Protezione civile e volontari e all’arrivo di tre Canadair e cinque elicotteri, tutti i focolai sono stati spenti.

Le indagini del Corpo forestale: risalire al responsabile

Gli investigatori della forestale hanno lavorato instancabilmente per individuare il punto di partenza dell’incendio, vicino al centro abitato di Soddì, e risalire al responsabile. Dopo accurate indagini, è stato individuato un uomo di 33 anni, residente a Ghilarza, come il colpevole del rogo.

“Il processo: condanna a 4 anni di reclusione”

Il rito abbreviato e la sentenza

Il 33enne è stato processato con rito abbreviato davanti al giudice monocratico del Tribunale di Oristano. La sentenza è stata severa: quattro anni di reclusione per l’uomo, accusato di incendio boschivo doloso.

La condanna: un segnale forte contro gli incendi dolosi

La condanna del 33enne responsabile del devastante incendio di Ghilarza rappresenta un segnale forte contro gli incendi dolosi, una piaga che ogni anno colpisce il territorio italiano, causando danni ambientali e mettendo a rischio la vita di molte persone. La speranza è che questa sentenza possa essere un deterrente per chi, in futuro, potrebbe essere tentato di compiere gesti simili.

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