Ultimo aggiornamento il 12 Giugno 2024 by Francesca Monti
Un’indagine condotta dai finanzieri della Compagnia di Maglie, sotto la giurisdizione del comando provinciale di Lecce, ha portato alla luce una presunta frode attuata attraverso l’utilizzo improprio delle agevolazioni previste dal Superbonus 110%. militari hanno proceduto al sequestro di beni e liquidità per un valore complessivo di oltre 67 milioni di euro, dando esecuzione a un decreto emesso dal gip del tribunale salentino su richiesta della procura. ‘inchiesta coinvolge 12 indagati, accusati di indebita percezione di erogazioni pubbliche, falsità ideologica in certificati commessa da persone che esercitano un servizio di pubblica necessità ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Nove di loro sono inoltre accusati di associazione per delinquere.
“Misure interdittive per l’imprenditore al centro dell’inchiesta e sequestri per 67 milioni di euro”
Il provvedimento di sequestro preventivo ha interessato numerosi istituti bancari e postali, considerati ‘terzi cessionari del credito’, per un importo quantificato in 25 milioni di euro, nonché il ‘cassetto fiscale’ della società inquisita, per oltre 42 milioni di euro. Nei confronti dell’imprenditore, rappresentante legale della società al centro dell’inchiesta, anch’essa sottoposta a vincolo, è stata applicata la misura interdittiva di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare attività professionali e imprenditoriali per la durata di un anno.
“Lavori di ristrutturazione inesistenti o parzialmente eseguiti: coinvolti oltre 500 cantieri nella provincia di Lecce“
La presunta frode riguarda la percezione indebita di contributi per i bonus edilizi, relativi a lavori di ristrutturazione immobiliare non eseguiti o eseguiti solo parzialmente in oltre 500 cantieri ricadenti nella provincia di Lecce. professionisti abilitati e coinvolti nell’illecito ipotizzato avevano attestato lo stato finale dei lavori, rilasciandone il prescritto visto di conformità.
“Oltre 1.200 fatture per operazioni inesistenti: l’obiettivo era generare crediti d’imposta e procedere alla loro monetizzazione”
Per gli interventi edilizi in questione sono state emesse e contabilizzate oltre 1.200 fatture per operazioni inesistenti, inserite nel sistema dell’Agenzia delle Entrate con lo scopo di generare i crediti d’imposta e procedere alla loro successiva monetizzazione. La frode ha quindi permesso agli indagati di ottenere indebitamente erogazioni pubbliche, falsificando certificati e emettendo fatture per operazioni inesistenti, ledendo così la fiducia dei cittadini e dello Stato nei confronti del meccanismo del Superbonus 110%.
“‘indagine prosegue: ulteriori dettagli sulle responsabilità e sulle modalità di attuazione della frode”
‘indagine condotta dai finanzieri di Maglie e coordinata dalla procura di Lecce prosegue per fare piena luce sulle responsabilità dei soggetti coinvolti e sulle modalità di attuazione della presunta frode. Le attività investigative hanno permesso di ricostruire un quadro articolato e complesso, nel quale i professionisti abilitati e gli imprenditori coinvolti avrebbero sfruttato le agevolazioni fiscali previste dal Superbonus 110% per arricchirsi illegalmente. Gli accertamenti proseguiranno al fine di individuare eventuali ulteriori responsabilità e di tutelare l’interesse pubblico, garantendo la correttezza e la trasparenza nell’utilizzo delle risorse destinate alla riqualificazione energetica e antisismica degli edifici.