Ultimo aggiornamento il 13 Giugno 2024 by Giordana Bellante
Contesto: ‘ultimo rapporto di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani evidenzia una crescente selettività nella scelta delle opportunità di lavoro, con una preferenza per attività adeguatamente retribuite e coerenti con il proprio percorso formativo. Questa tendenza è accompagnata da un aumento della mobilità all’estero, dove le retribuzioni sono notevolmente superiori.
Selettività crescente nella scelta dell’occupazione
laureati italiani stanno diventando sempre più esigenti nella scelta del lavoro, come dimostrato dal 26° Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati stilato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. Lo studio, che ha coinvolto circa 660.000 laureati di 78 atenei, ha esaminato la condizione occupazionale a uno, tre e cinque anni dal conseguimento della laurea.
dati raccolti mostrano che i laureati sono sempre meno disposti ad accettare lavori a basso reddito o non coerenti con il proprio percorso formativo. A un anno dal titolo, tra i laureati di primo e di secondo livello, non occupati e in cerca di lavoro, la quota di chi accetterebbe una retribuzione al più di 1.250 euro è pari, rispettivamente, al 38,1% e al 32,9%. Questi valori sono in calo, nell’ultimo anno, rispettivamente, di 8,9 e di 6,8 punti percentuali.
A un anno dal conseguimento del titolo, la retribuzione mensile netta media è di 1.384 euro per i laureati di primo livello e di 1.432 euro per i laureati di secondo livello. A cinque anni dal titolo, queste cifre salgono a 1.706 euro per i laureati di primo livello e a 1.768 euro per quelli di secondo livello.
La mobilità all’estero per retribuzioni più alte
La ricerca di retribuzioni più alte e di opportunità di lavoro coerenti con il proprio percorso formativo sta spingendo sempre più laureati italiani a cercare lavoro all’estero. dati raccolti da AlmaLaurea mostrano che le retribuzioni per i laureati di secondo livello trasferitisi all’estero sono notevolmente superiori a quelle degli occupati in Italia.
A un anno dalla laurea, i laureati di secondo livello trasferitisi all’estero percepiscono, in media, 2.174 euro mensili netti, il 56,1% in più rispetto ai 1.393 euro di coloro che sono rimasti in Italia. A cinque anni dalla laurea, il differenziale retributivo aumenta ulteriormente, sempre a favore degli occupati all’estero: 2.710 euro; il 58,7% in più rispetto ai 1.708 euro degli occupati in Italia.
Questa tendenza alla mobilità all’estero riflette la difficoltà dei laureati italiani a trovare opportunità di lavoro soddisfacenti e adeguatamente retribuite nel proprio paese. Tuttavia, è anche un segnale della crescente apertura e flessibilità dei laureati italiani, che sono sempre più disposti a cercare opportunità di lavoro al di fuori dei confini nazionali.
Questo fenomeno solleva importanti questioni sulla capacità del mercato del lavoro italiano di offrire opportunità adeguate ai propri laureati, e sulla necessità di politiche volte a trattenere e valorizzare i talenti nel paese. Allo stesso tempo, evidenzia l’importanza di fornire ai laureati le competenze e le risorse necessarie per competere con successo nel mercato del lavoro globale.